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Oltre il consentito dalla legalità costituzionale, molto oltre. Accade a Roma…

Articolo 17 della Costituzione


I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

Gli echi di quanto accaduto il 3 novembre continuano a fare rumore e notizia, ma, come in tutti gli echi, le voci sono soffuse e confuse; pertanto è fondamentale fare chiarezza e fissare dei punti saldi.
Il divieto di manifestare con cortei imposto a Roma nella vastissima area del centro storico da Alemanno nella sua veste di Commissario per l’emergenza traffico appare anomalo sotto il profilo costituzionale e “sovrabbondante” rispetto alle deleghe ricevute: dove si rinviene comprovatamente la sicurezza o l’incolumità pubblica?
Il divieto esiste dal 17 ottobre con validità di un mese. Da questo punto di vista è esistita una superficiale attenzione di tutte le forze di sinistra, “di qualunque tribù”, nel non impugnare immediatamente al TAR l’ordinanza. Al di là della rodomontata di Luigi Nieri del 19 ottobre in cui si preannunciava come SEL il ricorso avverso l’ordinanza, non si è sentito più nulla fino a quando la CGIL, il 3 novembre, non ha annunciato il ricorso al TAR dopo l’infamia della repressione della manifestazione degli studenti medi alla Stazione Tiburtina. Di questa superficiale attenzione delle forze di sinistra bisognerà ragionare, perché il politicismo sonnecchiante, se non alieno, rispetto ad alcune possibilità giurisdizionali di intervento genera …mostri.

Il modello Roma.
Ne parla chiaramente pure Stefano Rodotà in un articolo sulla pagine romane de La Repubblica il 5 novembre 2011: “Sta emergendo un modello romano di gestione dell’ordine pubblico? Un modello che fa le sue prove a Roma in vista di una sua generalizzazione? I fatti, ultimi quelli di due giorni fa al Tiburtino, inducono a rispondere sì alla prima domanda.”
La più che dubbia, costituzionalmente, ordinanza Aledanno diventa il grimaldello per scassare norme e prassi adottate per anni. Su Il Messaggero sempre del 5 novembre uno dei ragazzi “attenzionati” del Liceo Tasso afferma “I video erano delle identificazioni: dopo l’ordinanza Alemanno sono cambiate le regole dei controlli”. Stiamo parlando di un lungo video cui è stato sottoposto un minorenne da parte funzionari della Digos e della Questura. Un minorenne “indotto e condotto” dal Vicepreside ad avere un “colloquio” on the road con la Digos: anche i professori di liceo sono diventati degli ausiliari di Pubblica Sicurezza e da quando, dall’ordinanza Alemanno? E quale era la “colpa” del ragazzo: quella di esser di sinistra e di chiacchierare davanti scuola se era il caso o meno di recarsi alla Manifestazione di Tiburtina? Nulla poena sine lege, dice il diritto, a meno che non si voglia considerare reato il fatto che un “pubblico sovversivo”minorenne sia davanti alla scuola e occupi impropriamente il suolo pubblico o che stia pascolando abusivamente. E perché il video, il lungo video, dopo avere controllato i documenti: per studiare la mimica facciale e la gestualità di un “ragazzino sovversivo”? A quale PM servono queste riprese?
E che dire di Alemanno che, in apparenza sommessa, di fatto con gusto sarcastico e irridente, dichiara ”La manifestazione di ieri sarebbe stata contestabile anche se non ci fosse l’ordinanza perchè non era autorizzata; quindi, la forza pubblica sarebbe dovuta intervenire”. Ma se lui stesso ha proibito i cortei verso il Centro, come si faceva a chiedere l’autorizzazione? Siamo qui al comma 22 del regolamento militare americano dell’aviazione (unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia;.tuttavia chi chiede il congedo automaticamente non è pazzo). Tutto ciò che in politica “rimanda” al comma 22 è l’epifania autoritaria di situazioni illogiche in cui la contraddizione è voluta per rendere sprezzatamente inapplicabile un diritto! A chi prende in giro Alemanno?
Comunque nel caso in cui il teorema Questura/Alemanno non regga in presenza di una ordinanza illegittima e di giudici che potrebbero assolvere i “pericolosi eversori” dei licei alla Stazione Tiburtina sulla base delle leggi vigenti, la Sveva Belviso, assessore capitolino, faccia “pulita” senza passati fascisti, annuncia (non si capisce se come Roma Capitale o più propriamente come PDL, per il tramite di qualche parlamentare), nuove fattispecie di reato per chi manifesta e devasta (?) con pene fino a tre anni di reclusione…..

Ma c’è dell’altro nel modello Roma.
Le disposizioni dell’ordinanza antimanifestazione, comunque inique, non si applicano a tutti. I baldi giovinotti di Casapound il 21 ottobre (per loro squallidamente la ricorrenza di un bombardamento alleato nel 1944 a Milano, dove morirono molti bambini) a Roma hanno dato luogo a un corteo di 50-60 persone, sfilato per tutto il centro storico, con distribuzione di volantini, con fumogeni e con musiche assordanti, di cui rimangono anche tracce di minuti e minuti su video caricati su web. La manifestazione era partecipata da persone quasi tutti in maschera, in violazione palese tra l’altro dell’art. 85 del TULPS. Il questore Tagliente non se ne è accorto? E la Digos? Nessun poliziotto in servizio ha visto niente? Perché non ci sono state cariche e identificazioni? Non ci sono le flagranze differite? I giovinotti partecipanti al delizioso happening e frequentanti le medie superiori sono stati videati a lungo e coram populo i giorni successivi davanti casa o davanti alla scuola? O forse però i giovinotti sono stati giudicati artisti in una opera futurista e “goliardica”, vista anche con simpatia da parte di alcuni delle forze dell’ordine?

E’ importante che l’ordinanza venga revocata tout court.
Ma è pure importante respingere il modello Roma dell’ordine pubblico. Inoltre, quando cadrà, sperabilmente presto, il Governo Berlusconi, sarebbe auspicabile non avere dirigenti di PS come quelli attuali di Roma. Questo paese è devastato dalla crisi ed abbiamo bisogno nelle istituzioni di uomini che non ossequino i voleri dei “potenti” di turno al Governo, ma che seguano piuttosto il tracciato della Costituzione democratica italiana per impedire tensioni lancinanti e ulteriori orripilanti fughe autoritarie.
Uriel