Omicidio Cucchi: appello di Gruppo Abele e Antigone affinchè il Governo si costituisca parte civile
Un appello di Libera, Gruppo Abele e Antigone è stato inviato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e responsabile del Dipartimento delle Politiche Antidroga, Carlo Giovanardi, per sollecitare la sua costituzione a parte civile nel processo per la morte di Stefano Cucchi.
Lo firmano Leopoldo Grosso, vice-presidente del Gruppo Abele, Livio Pepino, giurista, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e Tonio Dell’Olio, dell’ufficio di presidenza di Libera.
A Giovanardi, ispiratore e co-firmatario dell’attuale normativa sulle tossicodipendenze, la lettera chiede “un atto di dissociazione inconfutabile che, più di ogni dichiarazione, recida il nesso tra le buone intenzioni da lei attribuite alla sua legge ed i comportamenti degli imputati che l’hanno disattesa”. A dispetto del più volte dichiarato “prevalere dell’intenzionalità terapeutica su quella punitiva dell’intero articolato” – si sottolineaa nell’appello – infatti, sono tante, “le difficoltà che si frappongono nel concreto alla realizzazione delle aspirazioni riabilitative che intendevano animare la sua riforma”.
Una fra tutte, l’interazione della legge sulla droga con altre come la cosiddetta ex-Cirielli “che contribuisce all’attuale sovraffollamento carcerario, e di conseguenza alla limitazione di fatto dei diritti delle persone detenute”. “È necessario” conclude la lettera di Libera, Gruppo Abele e Antigone – “che un aspetto vada subito corretto. È l’equivoco, a cui la legge può dare luogo, nell’interpretazione semplificata di alcuni operatori che devono applicarla, di legittimazione di comportamenti irrispettosi che ledono la dignità delle persone tossicodipendenti”. Anche per questo e “non solo per un dovuto atto di giustizia per la morte di Stefano e le modalità in cui è avvenuta” si ribadisce al sottosegretario la richiesta di costituirsi parte civile nel processo.
fonte: Apcom
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