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Omicidio di Davide Bifolco: la fantasiosa versione del carabiniere

Il rapporto del carabiniere, per stralci, è ora reperibile in rete. Vale la pena leggerlo perché è un concentrato di contraddizioni e di “consuete dichiarazioni” che gli sbirri mettono per scritto in questi casi. Insomma, letto uno letti tutti.

Però qui c’è qualcosina di più:

Tutto comincia intorno alle 22.30, quando il latitante Arturo Equabile viene segnalato dalla centrale “in sella a un Honda Sh”. La gazzella del Radiomobile continua a cercarlo, fino alle 2.30.

“All’altezza del viale Traiano – spiega il carabiniere – vediamo quel ciclomotore con tre persone a bordo. Li inseguiamo, arriviamo fino al senso rotatorio di via Cinthia e quando loro svoltano, io riconosco seduto proprio in mezzo il soggetto: Equabile”. In quel momento il carabiniere dice di scorgere “uno scintillìo, che proviene da qualcosa di metallico: il soggetto ce l’ha nella sinistra”.

Il carabiniere che uccide Davide mette a verbale::

“I ragazzi cercano di superare il cordolo dello spartitraffico, noi gli stiamo dietro, quando lo scooter perde velocità e si arena noi ormai non riusciamo a fermarci e finiamo per toccarli e farli cadere”.

Mentre il presunto Equabile scappa, l’appuntato dice di aver cercato di fermare Bifolco e Triunfo. Il primo è a terra, l’altro cerca di darsela a gambe.

“Esco dall’auto con la pistola nella destra e il colpo in canna per difendermi. A quel punto, con la mano sinistra trattenevo con la mano sinistra il soggetto che cercava di divincolarsi e con la destra tenevo l’arma. A quel punto sono inciampato sul marciapiede e stando per cadere, ho inavvertitamente fatto esplodere un colpo. Appena mi sono accorto dell’esplosione ho visto l’altro ragazzo che tremava, cadere”.

Nemmeno questo carabiniere è riuscito a evitare di dire “sono inciampato”. Come ricordavamo nel primo articolo di cronaca che abbiamo pubblicato su questo omicidio, è la più vecchia bugia che viene raccontata ad ogni colpo di pistola che uccide un cittadino qualsiasi.

Com’è noto, questo “Equabile” non c’era. In ogni caso è un cosiddetto “pesce piccolo”, non un pericoloso camorrista. Insomma: uno che non ha mai sparato a nessuno e che non ha senso inseguire con una pistola in mano.

I carabieri ammettono di aver tamponato lo scooter, ma “si scusano” dicendo di non aver potuto evitare l’impatto a causa della velocità. Evidentemente i danni della “gazzella” e dello scooter erano tali, e combacianti, da non poter essere negati. Sull’intenzionalità dello speronamento,chiunque abbia visto anche soltanto dei telefilm, si può fare un’idea vertiera…

Alcuni video e diverse testimonianze raccontano tutta un’altra storia.

Per esempio: perché hanno fatto questa irruzione in un locale davanti al luogo dell’omicidio? Con tanto di pistola in mano?

da contropiano