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Omicidio Sandri, rinviato a giudizio il poliziotto che sparò

L’agente di polizia Luigi Spaccarotella è stato rinviato a giudizio: è accusato di omicidio volontario, per aver sparato l’11 novembre del 2007 al giovane tifoso laziale Gabriele Sandri. Lo ha deciso il gup di Arezzo Luciana Cicerchia, che ha fissato la prima udienza di fronte alla Corte d’Assise per il 20 di marzo. La decisione è stata accolta con commozione dai familiari del ragazzo ucciso. “Aspetterò magari un anno, un anno e mezzo, mi auguro di meno, ma voglio che questo individuo paghi per quello che ha fatto”, ha detto il padre, Giorgio Sandri. E ha pianto Daniela, la madre, che ha ribadito: “Gabriele non c’è più e non posso perdonare”. Ora i Sandri si auspicano che “quantomeno venga preso un provvedimento disciplinare e che Spaccarotella venga allontanato dalla Polizia”. Stamattina il giudice ha respinto la richiesta di rito abbreviato avanzata dai legali dell’agente della Polstrada, Francesco Molino e Federico Bagattini. “Un rito abbreviato – aveva spiegato Bagattini prima di entrare in aula – condizionato all’approfondimento del tema della deviazione del proiettile con una richiesta di sopralluogo nell’area di servizio di Badia Al Pino”. L’altra richiesta dei difensori era il confronto dei periti sulla perizia balistica. Il pubblico ministero Giuseppe Ledda si era opposto al sopralluogo, ma non al confronto fra i periti. Mentre la famiglia di Sandri, assistita dall’avvocato Michele Monaco, si era detta contraria a entrambi gli accertamenti. La deviazione del proiettile sarà un elemento decisivo del processo. Ne è convinto il legale: “Se verrà confermata l’ipotesi del video è evidente come la traiettoria originaria fosse lontanissima dalla macchina e se era così non c’era alcuna volontà di uccidere”. La procura ha ricostruito con il computer in una serie di filmati la dinamica dell’accaduto. Ma, se per l’accusa Spaccarottella ha sparato dalla parte opposta della carreggiata in direzione di Sandri, la difesa sostiene che il proiettile ha colpito il tifoso dopo essere stato deviato da una rete metallica.
Oggi l’agente ha deciso di non comparire in aula perché, come ha spiegato l’avvocato Bagattini, “è una persona che sta soffrendo, sa perfettamente che ha causato la morte di un giovane e questo gli procura una enorme sofferenza e poi ci sono anche problemi di carattere familiare”. “Verrà in aula”, ha assicurato l’altro difensore, Molino, dopo il rinvio a giudizio. E poi ha precisato che il gup non è entrato “nel merito del dolo eventuale o del colposo”. L’assenza dell’indagato ha provocato la rabbia della famiglia di Sandri. “Evidentemente non ha il coraggio di guardarci negli occhi e sa bene che quello che ha fatto lo ha fatto non perché è inciampato”, ha commentato il padre, entrando in tribunale. “Voglio vedere il faccia l’assassino di mio figlio – si è sfogato poi l’uomo – Spero soltanto che la prossima volta lo vedrò, a meno che non abbia paura degli Ufo. La prima volta erano le minacce da Roma, la seconda l’effetto mediatico, la terza saranno gli Ufo”. Sarcastiche le parole del fratello della vittima, Cristiano: “Spaccarotella non c’è? Avrà incontrato qualche problema sull’autostrada”. Il ragazzo, infatti, fu colpito mentre si trovava nell’area di servizio di Badia al Pino, sull’autostrada A1. In mattinata i familiari e gli amici di Sandri si sono fermati nell’area di servizio per deporre un mazzo di rose e il padre ha notato con amarezza come sia stato tolto il palo a cui i tifosi attaccavano i ricordi per Gabriele. Davanti al tribunale c’erano anche alcuni tifosi della Lazio con gli striscioni: ”E’ ora che sia fatta giustizia per Gabriele”, recitava una scritta. ”Per sempre con noi”, il messaggio per “Gabbo.
fonte: La Repubblica