Non sono terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione
di Mario Di Vito
Non erano terroristi i nove anarchici arrestati lo scorso 8 agosto tra Genova, La Spezia, Massa e Carrara. Il tribunale del riesame di Genova, infatti, ha cancellato l’accusa di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo per i redattori della rivista Bezmotivny – Senza Motivo, finiti al centro dell’inchiesta «Scripta Scelera» proprio a causa della realizzazione di un periodico diffuso in poche centinaia di copie e già chiuso al momento degli arresti. Annullati per difetto di motivazione anche i sequestri effettuati durante il blitz. Restano in piedi, comunque, le accuse di stampa clandestina e di offesa all’onore del presidente della Repubblica. Di conseguenza le misure cautelari sono state confermate: in quattro restano agli arresti domiciliari, mentre per gli altri cinque c’è l’obbligo di dimora. Le motivazioni del riesame verranno depositate nel giro di un mese e mezzo, poi gli avvocati valuteranno se impugnarle.
L’inchiesta, comunque, sembra essersi già sgonfiata: il reato più grave tra quelli ipotizzati è venuto meno, nonostante nell’ordinanza di arresto si leggesse che «è praticamente certo che l’attività apologetica e istigatoria proseguirà sostenuta dal vincolo associativo che, in quasi tre anni di vita, si è consolidato ed è il motore della vita del periodico. Tutti sono assiduamente dediti alla formazione della rivista, ciascuno col proprio ruolo principale, che spesso si accompagna ad attività diverse». Davanti al giudice, però, a prevalere sono state le argomentazioni dei difensori, che hanno parlato di sproporzione e abnormità delle accuse.
Bezmotivny – che ha cessato le pubblicazioni a metà luglio perché, parole loro scritte nell’editoriale dell’ultimo numero uscito, ad occuparsene erano rimaste solo «tre o quattro» persone – era un quindicinale nato in seno al circolo Gogliardo Fiaschi di Carrara, attivo ormai da decenni e parte della storia culturale e politica della cittadina toscana.
Nella rivista si potevano trovare riflessioni abbastanza canoniche per l’ambiente anarchico italiano, oltre a prese di posizione su temi locali e cronache delle varie iniziative e comunicati di gruppi da ogni parte del mondo (altra prassi abbastanza in voga tra le pubblicazioni anarchiche). Questi ultimi sono stati interpretati dagli investigatori come fondamento di un’ipotetica associazione a delinquere. Per esempio, segnalando i comunicati e le azioni di solidarietà verso Alfredo Cospito, Bezmotivny è stata tacciata di aver dato «risalto in termini positivi alle relative rivendicazioni», cosa che sarebbe servita a «perseguire un innalzamento del livello dello scontro con le istituzioni».
E però ai nove anarchici arrestati non è stata attribuita alcuna azione diretta, l’unica colpa individuata dalla procura di Genova è di aver realizzato clandestinamente un quindicinale distribuito in pochi spazi occupati e via abbonamento postale. Troppo poco per ipotizzare l’esistenza di un’associazione sovversiva, abbastanza però per confermare le misure cautelari nei confronti degli indagati.
da il manifesto
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