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Hai ospitato migranti? Perdi il diritto ai contributi regionali

Approvato in Liguria un ddl della Lega che nega fondi agli alberghi della rete Sprar

Quando l’emergenza migranti era al culmine e in tutta Italia si cercavano disperatamente posti dove alloggiarli, diversi albergatori risposero all’appello lanciato dalle prefetture aprendo le loro strutture. Per alcuni fu un modo per reagire alla crisi, per altri la decisione di mettersi a disposizione fu invece un modo per dare una mano in un momento di emergenza. Una scelta che adesso in Liguria rischia di costare cara a quanti, albergatori, titolare di bed and breakfast o altro – negli ultimi tre anni si sono rimboccati le maniche aderendo al sistema Sprar, il sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. Un disegno di legge presentato dalla Lega in consiglio regionale prevede infatti la loro esclusione dal diritto di ricevere i contributi regionali per lo sviluppo e la riqualificazione dell’offerta turistica. Il provvedimento è passato ieri grazie a 16 voti del centrodestra contro gli 11 contrari di Pd, M5S e Rete a Sinistra-LiberaMente Liguria suscitando forti critiche dell’opposizione. La nuova norma è stata bollata come «nazista, vergognosa e incostituzionale» dal capogruppo del Pd in regione Giovanni Lunardon, ma è stata difesa dal governatore Giovanni Toti mentre i capogruppo del Carroccio ha negato ogni intento punitivo nei confronti di quanti hanno ospitato migranti.

I contributi della regione sono destinati alla riqualificazione turistica di hotel, alberghi, ostelli, bed and breakfast a patto che negli ultimi tre anni non abbiano ospitato migranti a seguito di convenzioni firmate con le prefetture. Un’esclusione che per le opposizioni in consiglio regionale ha il sapore di una ritorsione. «C’è una nota di razzismo in questa legge che mi preoccupa molto, un contenuto pericoloso. Penalizza chi ha rispettato la legge», commenta infatti il capogruppo di Rete a Sinistra, Giovanni Pastorino. Critiche anche dal Movimento 5 Stelle, con il consigliere o Andrea Melis che parla di norma «punitiva, inutile e illegittima», che «colpisce chi ha erogato un servizio allo Stato e le strutture ricettive dell’entroterra che per sopravvivere hanno dovuto modificare il loro business prevalente».

A difesa della nuova legge è sceso in campo direttamente Giovanni Toti: «Il Pd ogni tanto ha un gusto per l’iperbole non sintonizzato con il gusto dei cittadini italiani», spiega il governatore ligure. «La legge dice una cosa banale: cerchiamo di destinare soldi dei cittadini allo sviluppo di un settore economico e non darli a qualcuno che, legittimamente secondo le leggi dello Stato, fa tutt’altro nella vita. E’ come se mi si chiedesse perché non do aiuti regionali per chi aggiusta le biciclette a chi non fa quel lavoro».

Comunque sia è chiaro che oggi che gli sbarchi sono quasi azzerati, chi in passato ha aperto le proprie porte all’accoglienza dei migranti adesso, senza i contributi della regione, avrà maggiori difficoltà a reinserirsi nel settore turistico. E questo, comunque lo si voglia chiamare, è un fatto che ha tutto l’aria di una ritorsione.

da il manifesto