Grazie a una studentessa di Venezia, incapace di accettare in silenzio l’ondata di intolleranza che percorre la sua città e tutto il Nord Italia, è stata documentata fotograficamente una gravissima violazione dei Diritti Umani nei confronti di due giovani donne di etnia Rom. La testimonianza, con i documenti fotografici, è pervenuta alla redazione di Radio Sherwood nel pomeriggio del 29 aprile scorso.
La studentessa ha raccontato alla radio che una pattuglia di Carabinieri avrebbe fermato alcuni Rom sospettati di avere con sé della cocaina, tra cui due giovani donne, accusate di averne alcuni ovuli nel ventre. Le ragazze fermate sarebbero state denudate in mezzo alla strada, sotto gli occhi di passanti (tra cui una giornalista, subito allontanata dalla forza pubblica), e ispezionate, anche nelle parti intime, dalle mani di tre militari, due dei quali in borghese.
A testimonianza delle sue parole, la studentessa ha spedito a Radio Sherwood ( http://www.meltingpot.org/IMG/mp3/290405_testimonianza.mp3 ) delle foto, scattate con il telefono cellulare, e pubblicate anche on line, dove chiaramente si può vedere una delle ragazze seminuda in strada e un’altra ammanettata sul pavimento, pestata e tenuta ferma dallo stivale di un Carabiniere in divisa.
Il Gruppo EveryOne, organizzazione per i Diritti Umani, ha inviato una lettera urgente, riguardo all’episodio, all’attenzione del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Navanethem Pillay, del Comitato Contro la Tortura del Consiglio d’Europa e dei membri della Commissione Libertà Civili al Parlamento europeo, chiedendo una presa di posizione immediata nei confronti delle Autorità patavine.
“Ciò che è accaduto a Padova, come testimoniano le foto scattate da una testimone – che ricordano quelle scattate alla liquidazione del Ghetto di Varsavia, dove si vedono ebrei sottomessi, denudati e umiliati dagli aguzzini -, è quanto di più grave e riprovevole possa avvenire in un Paese che si definisce democratico” affermano i co-presidenti di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Denudare con la forza delle donne in pubblico e all’aperto e palpeggiarle è un’azione spregevole e altamente lesiva della libertà e della dignità personale, nonché” continuano gli attivisti, “un abuso di potere perpetrato dalle Forze dell’Ordine che non può essere tollerato e passare inosservato nel nostro Paese.
A maggior ragione, le giovani donne di etnia Rom pongono il pudore del proprio corpo quale fondamento della propria dignità e onestà” spiega EveryOne. “L’azione compiuta dai Carabinieri rappresenta per loro il più violento degli stupri, una vergogna difficilmente superabile. Per i loro giovani mariti, è la più insopportabile delle umiliazioni. Per questi motivi” annunciano Malini, Pegoraro e Picciau, “presenteremo un atto di denuncia alla Procura della Repubblica di Padova affinché vengano indentificati i Carabinieri coinvolti nell’operazione e ritratti nelle foto e affinché siano accertate le loro responsabilità, nonché rilevate tutte le ipotesi di reato loro attribuibili. Inoltre, solleciteremo i deputati e senatori Radicali a presentare alla Camera e al Senato un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni Maroni,al Ministro della Difesa La Russa e al Ministro delle Pari Opportunità Carfagna, affinché sia avviata un’indagine ispettiva interna sull’episodio. Ricordiamo che a Padova, come in altre città venete e del Nord Italia,” concludono i co-presidenti dell’organizzazione, “esiste una vera e propria psicosi nei confronti dei Rom, come dimostrano i molti episodi di intolleranza, l’allarme-rapimento sollevato lo scorso dicembre 2009 dalla presenza all’Ikea di una coppia Rom con un figlio biondo o la recente opera di recinzione del campo Rom nel quartiere Mortise-Torre, voluta dal sindaco di sinistra Zanonato. La nostra organizzazione ha ricevuto numerose segnalazioni, negli ultimi anni, di fatti simili a quelli che hanno colpito le due giovani Rom, da Milano a Roma, da Monza a Pesaro, ed era ora che tali abusi, grazie al coraggio di una studentessa, venissero documentati inequivocabilmente”.
La studentessa ha raccontato alla radio che una pattuglia di Carabinieri avrebbe fermato alcuni Rom sospettati di avere con sé della cocaina, tra cui due giovani donne, accusate di averne alcuni ovuli nel ventre. Le ragazze fermate sarebbero state denudate in mezzo alla strada, sotto gli occhi di passanti (tra cui una giornalista, subito allontanata dalla forza pubblica), e ispezionate, anche nelle parti intime, dalle mani di tre militari, due dei quali in borghese.
A testimonianza delle sue parole, la studentessa ha spedito a Radio Sherwood ( http://www.meltingpot.org/IMG/mp3/290405_testimonianza.mp3 ) delle foto, scattate con il telefono cellulare, e pubblicate anche on line, dove chiaramente si può vedere una delle ragazze seminuda in strada e un’altra ammanettata sul pavimento, pestata e tenuta ferma dallo stivale di un Carabiniere in divisa.
Il Gruppo EveryOne, organizzazione per i Diritti Umani, ha inviato una lettera urgente, riguardo all’episodio, all’attenzione del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Navanethem Pillay, del Comitato Contro la Tortura del Consiglio d’Europa e dei membri della Commissione Libertà Civili al Parlamento europeo, chiedendo una presa di posizione immediata nei confronti delle Autorità patavine.
“Ciò che è accaduto a Padova, come testimoniano le foto scattate da una testimone – che ricordano quelle scattate alla liquidazione del Ghetto di Varsavia, dove si vedono ebrei sottomessi, denudati e umiliati dagli aguzzini -, è quanto di più grave e riprovevole possa avvenire in un Paese che si definisce democratico” affermano i co-presidenti di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Denudare con la forza delle donne in pubblico e all’aperto e palpeggiarle è un’azione spregevole e altamente lesiva della libertà e della dignità personale, nonché” continuano gli attivisti, “un abuso di potere perpetrato dalle Forze dell’Ordine che non può essere tollerato e passare inosservato nel nostro Paese.
A maggior ragione, le giovani donne di etnia Rom pongono il pudore del proprio corpo quale fondamento della propria dignità e onestà” spiega EveryOne. “L’azione compiuta dai Carabinieri rappresenta per loro il più violento degli stupri, una vergogna difficilmente superabile. Per i loro giovani mariti, è la più insopportabile delle umiliazioni. Per questi motivi” annunciano Malini, Pegoraro e Picciau, “presenteremo un atto di denuncia alla Procura della Repubblica di Padova affinché vengano indentificati i Carabinieri coinvolti nell’operazione e ritratti nelle foto e affinché siano accertate le loro responsabilità, nonché rilevate tutte le ipotesi di reato loro attribuibili. Inoltre, solleciteremo i deputati e senatori Radicali a presentare alla Camera e al Senato un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni Maroni,al Ministro della Difesa La Russa e al Ministro delle Pari Opportunità Carfagna, affinché sia avviata un’indagine ispettiva interna sull’episodio. Ricordiamo che a Padova, come in altre città venete e del Nord Italia,” concludono i co-presidenti dell’organizzazione, “esiste una vera e propria psicosi nei confronti dei Rom, come dimostrano i molti episodi di intolleranza, l’allarme-rapimento sollevato lo scorso dicembre 2009 dalla presenza all’Ikea di una coppia Rom con un figlio biondo o la recente opera di recinzione del campo Rom nel quartiere Mortise-Torre, voluta dal sindaco di sinistra Zanonato. La nostra organizzazione ha ricevuto numerose segnalazioni, negli ultimi anni, di fatti simili a quelli che hanno colpito le due giovani Rom, da Milano a Roma, da Monza a Pesaro, ed era ora che tali abusi, grazie al coraggio di una studentessa, venissero documentati inequivocabilmente”.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: 39 331 3585406
info@everyonegroup.com :: http://www.everyonegroup.com/
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La notizia risulta essere del 2005, come mai viene riproposta adesso?
Si tratta in realtà di un’errata segnalazione da parte di alcuni siti locali (http://adige.tv/?p=vedi&id=16997 e altri) perché il caso risale al 2005. Ci dispiace dell’errore. E’ comunque sconcertante il prosieguo della vicenda, perché le giovani sono state condannate a sei mesi per resistenza a pubblico ufficiale, mentre i responsabili sono rimasti impuniti. Ci scusiamo per l’imprecisione