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Padova: detenuto di 40 anni muore in cella; in due anni è l’ottavo decesso nella Casa di Reclusione

Si chiamava Walter Bonifacio, classe 1971, originario del veneziano. Ieri pomeriggio è morto nella cella della Casa di Reclusione di Padova che condivideva con due altri detenuti.
Dalle poche notizie trapelate sembra che l’uomo abbia inalato del gas e poi sia caduto, sbattendo violentemente la testa.
Si tratta di circostanze che finora non hanno trovato conferma da parte dell’istituzione penitenziaria: l’unica certezza è che un altro detenuto va ad allungare la lista delle “vittime” del carcere.
Sono già 68 dall’inizio del 2011: 24 si sono uccisi, i rimanenti sono morti per “malattia” (gli ultimi due casi a Viterbo e Pisa) o per cause “da accertare” (sono oltre 20 le inchieste aperte su altrettanti decessi).
La morte di Walter Bonifacio è tra quelle per “cause da accertare”: suicidio? o “incidente” capitato mentre sniffava il gas della bomboletta per “sballarsi”? A favore della seconda ipotesi il fatto che Walter aveva trascorsi di tossicodipendenza.
Ma ieri a Padova il termometro segnava 34 gradi, con queste temperature le celle di cemento armato della Casa di Reclusione diventano forni e 3 persone rinchiuse in 8 mq comprensibilmente… soffocano.
Il 17 luglio dello scorso anno vi è morto il 39enne Sabi Tautsi, forse per un malore causato dal caldo, forse per una patologia congenita… o per un avvelenamento da farmaci. A distanza di quasi un anno non conosciamo ancora le cause di quel decesso.
Walter Bonifacio è l’ottavo detenuto morto dall’inizio del 2010 nella Casa di Reclusione di Padova, considerata uno dei migliori istituti di pena del Paese.
Le carceri italiane negli stessi 500 giorni hanno “visto” la morte di oltre 250 detenuti (184 nel 2010 e 68 nei primi mesi del 2011).
Pochi giorni fa un’agenzia di stampa titolava: “Ottavo detenuto morto a Guantánamo. Amnesty International sollecita un’inchiesta indipendente”.
A Guantanámo (aperto nel 2002) in 9 anni si sono verificati 6 suicidi e 2 morti per “cause naturali”. Questo ha (giustamente) sollevato attenzione e indignazione a livello internazionale.
Nello stesso periodo nelle carceri italiane sono morti circa 1.500 (millecinquecento) detenuti, di cui oltre 500 (cinquecento) per suicidio. Tutto normale? Nessuno si indigna?

fonte: Ristretti Orizzonti