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Padova: Perquisizioni sul #14N

Le forze di polizia hanno perquisito alcune abitazioni di attivisti del Cso Pedro con la scusa di ricercare ulteriori prove per dimostrare la colpevolezza di chi ha deciso di essere in piazza il #14N. Inoltre hanno preannunciato l’applicazione di un soggiorno obbligato ad un compagno.

Questa “grande” operazione, che si è rivelata un buco nell’acqua, ha preso di mira principalmente una compagna di diciannove anni, alla quale non viene fatta alcuna esplicita accusa ma che si è resa responsabile di aver ripreso le violente cariche di quella giornata e di frequentare alcuni occupanti di case. Uno di questi, mentre vedeva perquisita la sua dimora, è stato informato ufficialmente della procedura di limitazione della sua libertà personale.

Denunciamo con forza il vergognoso tentativo della questura di intimidire chi, con coraggio, sceglie di stare dalla parte di chi non vuole più accettare di vivere una vita povera e precaria. E’ altresì molto grave che ad essere stata perquisita sia stata una dei tanti mediattivisti che quel giorno hanno scelto di mostrare la violenza con cui il corteo è stato aggredito. Questi fatti la dicono lunga sulla libertà di espressione e di informazione del nostro paese in questi tempi bui. Rileviamo l’incongruenza nell’operato della questura che certifica, attraverso la perquisizione, quale sia la reale residenza del compagno, mentre vengono avviate le procedure per espellerlo dalla città, facendo leva su dati tecnico-anagrafici.

Con l’intento di smascherare i “violenti”, le forze dell’ordine hanno realizzato una grande messa in scena. Un teatrino che mirava a trovare materiali incriminanti, ma che alla fine ha portato al sequestro di quattro pc e di qualche agenda: oggetti evidentemente “pericolosi”…insomma, ci dispiace per loro, tanto fumo e niente arrosto!

L’unico obiettivo che si palesa da questa azione poliziesca è quello di intimidire, creare tensione e infangare il nome di chi si mette quotidianamente in gioco per trasformare un mondo che così com’è promette solo precarietà e povertà per intere generazioni. Ancora una volta si cerca di criminalizzare chi agisce i conflitti e realizza progetti in città creando una reale alternativa. Si perpetua il tentativo di ridurre le questioni sociali ad un problema di ordine pubblico, riproponendo il semplicistico dualismo violenza- non violenza , che purtroppo per loro, viene ormai rifiutato da chi in questi mesi ha deciso di stare nelle piazze autorganizzate nonostante i tentativi di criminalizzazione messi in atto.

Si evidenzia ancora una volta l’arroganza di quelle istituzioni incapaci di dare risposte al malessere espresso nelle piazze del 14 Novembre e del 12 Dicembre e di rispondere alle rivendicazioni che studenti, precari, lavoratori delle cooperative, famiglie e disoccupati hanno riaffermato con forza in questi mesi. Evidente ormai come, ai tempi del governo Renzi e dei limiti europei, lo spazio per il dissenso non esista ed ogni manifestazione di piazza che metta sul piatto l’indisponibilità ad abbassare la testa venga immediatamente aggredita attraverso l’uso della forza pubblica.

Vogliamo ribadire come in questo autunno caldo abbiamo sempre agito alla luce del sole, praticando in pieno quel nuovo modo di vivere la città che parla di diritti, partecipazione e conflitto: quando si ha ragione non si ha nulla da nascondere.

Concludendo, vorremmo dire con forza che se l’obiettivo era farci paura avete davvero fatto un buco nell’acqua: i precari non hanno nulla da perdere e non saranno certo le vostre intimidazioni a fermarci!

Padova Città Aperta – Laboratorio per lo sciopero sociale

da Global Project