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Paesi Bassi: Extinction Rebellion protesta contro i finanziamenti all’industria fossile

Giusto a un anno di distanza dalla grande manifestazione dell’Aia (9 settembre 2024) che aveva bloccato un tratto dell’autostrada A12, Extinction Rebellion torna in azione nei Paesi Bassi

di Gianni Sartori

Una delle manifestazioni tra le più eclatanti indette dalla sezione olandese di Extinction Rebellion nei Paesi Bassi risaliva al 9 settembre dell’anno scorso. Quando, reclamando la sospensione delle sovvenzioni alle energie fossili, in 25mila (secondo gli organizzatori, circa la metà secondo l’amministrazione comunale) avevano bloccato l’Utrechtsebaan dell’A12. Il tratto autostradale costituisce una importante via d’accesso per l’Aia e soprattutto per la stazione balneare di Scheveningen (molto frequentata nei periodi di canicola).

Alla fine per farli desistere la polizia era ricorsa ai cannoni ad acqua a cui in centinaia avevano resistito proteggendosi con gli ombrelli. Numerosi gli arresti tra cui l’attrice Carice van Houten (nota per aver ricoperto il ruolo di Melisandre in “Game of Thrones” e di Nina von Stauffenberg in “Operazione Valchiria”), ambasciatrice olandese del WWF.

A conti fatti in circa un anno erano già una decina le azioni poste in essere dal gruppo ambientalista all’Aia. Stando a quanto denunciano diverse organizzazioni ambientaliste il governo olandese finanzierebbe l’industria fossile con circa 37,5 miliardi di euro all’anno.

Visto che nel frattempo le loro richieste sono rimaste inascoltate, a un anno di distanza quelli di XR sono tornati a farsi sentire. Stavolta ad Amsterdam.

Il 7 settembre, nel quartiere Museumkwartier del distretto di Amsterdam-Zuid, numerosi attivisti si sono incatenati ai cancelli del tunnel che conduce al Rijksmuseum. Museo che ospita migliaia di capolavori dell’arte olandese con opere di Rembrandt, Vermeer, Van Gogh…

Esponendo contemporaneamente grandi striscioni per “Dire NO a ING”. Ossia alla Banca Internazionale Nederlanden Groep che sponsorizza il Rijksmuseum.

Altra scritta “No all’arte su un pianeta morto”.

Per XR accettando il denaro di ING “il museo fornisce a questi grandi inquinatori l’opportunità di mascherare la loro faccia sporca dietro i capolavori della storia olandese”. E questo per i militanti ecologisti “deve finire”.

Inizialmente le forze dell’ordine avevano proposto agli attivisti di proseguire nella loro iniziativa altrove. Suggerendo di spostarsi sulla Museumplein, grande spazio pubblico del quartiere Museumkwartier su cui si affacciano oltre Rijksmuseum, il Van Gogh Museum, lo Stedelijk Museum e la sala concerti Concertgebouw.

Dato che gli ambientalisti non avevano seguito il paterno suggerimento, la polizia ha cominciato a spezzare i lucchetti utilizzati per incatenarsi. Nel corso dell’operazione una ventina di attivisti sarebbero stati arrestati.

 

 

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