Dopo gli stupri di gruppo di Caivano e Palermo, dopo il ragazzo di 24 anni ucciso a Napoli, il governo Meloni cavalca l’onda mediatica e approva un decreto legge mirato a rendere più semplici e frequenti gli arresti dei ragazzi minorenni.
di Quarticciolo Ribelle
Meloni dichiara che per lei questa è “prevenzione, non repressione”, affermando che istituire un Daspo urbano per i ragazzi, arrestare i genitori dei ragazzi che non frequentano la scuola, dare misure cautelari e carcere ai minorenni sopra i 14 anni sia la giusta soluzione.
Circa 21.000 giovani sono stati presi in carico dai servizi sociali nel 2022 in seguito a denunce, ma i dati ci parlano di una mancanza di organico del 50% fra assistenti sociali, psicologi e altre figure destinate al sostegno di famiglie in difficoltà.
Più di 1.000 sono i ragazzi detenuti negli istituti penali per minorenni.
I ragazzi di cui si parla, a cui sono indirizzate queste leggi, chiamati sulle pagine dei quotidiani “baby gang”, “branco”, “teppisti”, li incontriamo tutti i giorni a giocare in piazza, ad allenarsi in palestra, a fare i compiti e giocare al doposcuola.
In questi anni abbiamo cercato di conoscere le loro storie e quelle delle loro famiglie. Dispersione scolastica, disagio abitativo, disoccupazione, sono tratti comuni per tante persone che vivono le borgate. Non capiamo come la detenzione in carcere possa intervenire su questi problemi, che sono fra le prime cause dell’esclusione sociale e del disagio che vivono i ragazzi cresciuti in contesti periferici.
Inoltre siamo convinti che la detenzione e l’abbassamento dell’età imputabile non faccia che provocare l’effetto contrario a quello sbandierato dal governo. I dati sulla recidività dei detenuti parlano da soli.
In Italia a fronte di una diminuzione dei reati violenti c’è un costante aumento del numero di detenuti. Le carceri sono sovraffollate, il numero di psicologi e educatori è carente, il numero dei suicidi in cella aumenta, le proteste da parte dei detenuti per ottenere i diritti minimi si susseguono da nord a sud.
Quando il governo si è recato a Caivano, lo ha fatto scortato da centinaia di agenti, o direttamente manu militari, come durante l’operazione di polizia di tre giorni fa. Giorgia Meloni ha promesso di intervenire alla riqualificazione del Parco verde di Caivano, ma la gestione del progetto è di nuovo in mano alla polizia.
Perché nei quartieri periferici c’è soltanto colpa e non c’è possibilità di riscatto, non servono le idee, la partecipazione degli abitanti di Caivano per il progetto del Parco.
Da otto anni al Quarticciolo proviamo a costruire progetti sociali rappresentati da una frase: dalla Borgata per la Borgata.
Perché crediamo che proprio dagli stessi territori abbandonati, criminalizzati, sbattuti in prima pagina, possa nascere un riscatto delle persone che ci vivono. Idee, spazi e progetti che diano un’alternativa reale e una prospettiva di vita diversa a chi vive le periferie.
Non ci stupisce il fatto che Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega Nord abbiano un’idea diametralmente opposta di come intervenire di fronte a queste problematiche. Un intervento spot, che coincide sempre con avvenimenti che occupano le prime notizie dei quotidiani, una passerella che permetta ai politici di guadagnare consenso senza risolvere alcun problema.
Lo stesso faceva anche il Movimento cinque stelle con il tour delle periferie della Raggi dal quale iniziò il suo intervento nelle periferie anche Don Antonio Coluccia, che invece come soluzione ai problemi delle periferie propone l’intervento divino.
Infine ci teniamo a dire che la strage di donne uccise è di fronte agli occhi di tutti e sono sempre più numerose le denunce di violenze e stupri. Ma gli ultimi fatti riportati dalla cronaca nazionale hanno riproposto un discorso tossico: i poveri, gli immigrati, chi vive nelle periferie è per natura violento e quindi lo è con le donne, più di chi vive nei quartieri del centro. Anche qui sono i fatti, i dati, a parlare tristemente di una società patriarcale dove ad uccidere e ad essere violenti con le donne sono semplicemente gli uomini, a prescindere da estrazione sociale e nazionalità, quasi sempre conoscenti e parenti delle donne colpite.
Non resteremo in silenzio! Alle borgate non servono altro carcere e polizia!
da InfoAut
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