Palermo: Campo rom senz’acqua da un mese, scuola negata ai bambini
Da un mese il campo Rom di Palermo è senza rifornimento d’acqua. L’unica acqua a disposizione è quella piovana che le famiglie raccolgono e fanno bollire per farne un uso domestico. I genitori non accompagnano più i figli a scuola perché non riescono a lavare e vestire dignitosamente i propri bambini. “Non possiamo lavarli – dice un loro portavoce – né cambiargli i vestiti”. La Direzione didattica Alcide De Gasperi ha denunciato il fatto alla Procura del Tribunale per minorenni. I 44 bambini regolarmente iscritti alla scuola elementare non sono più in grado di frequentare le lezioni in modo regolare. “Ci siamo accorti – ha detto l’insegnante Fatima Del Castello – che a turno, in questo periodo, gli alunni rom si sono assentati dalla scuola. Sappiamo che non arriva l’acqua al campo, ma è necessario intervenire subito perché i bambini devono tornare a seguire le lezioni. Non si può interrompere un processo didattico così e soprattutto non si può lasciare una comunità in questo grave disagio”. I rappresentanti della comunità nomadi di Palermo sarebbero disposti a spostarsi in un altro luogo purché vengano garantite condizioni di vita dignitose. “Siamo esasperati – dice Hassan il responsabile di una della comunità del campo nomadi – non possiamo mangiare, non posiamo lavare i vestiti, non possiamo accudire i nostri bambini. Non li mandiamo a scuola perché rischierebbero di essere emarginati. Loro stessi si vergognano e non si sentono a loro agio a stare con gli altri se non si possono lavare. Non sappiamo più come fare. Raccogliamo l’acqua piovana, la mettiamo a bollire per fare le faccende domestiche. Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti”. Quando piove il campo, non avendo una strada asfaltata, si riempie di fango a tal punto che, sia a grandi che piccoli, risulta difficile muoversi senza essere muniti di calzature adeguate. Spesso al campo le donne portano indumenti usati regalati dalla gente che frequenta le parrocchie. Non è raro però che in alcuni casi, non avendo la possibilità di lavare l’indumento per metterlo una seconda volta, questo finisca tra i rifiuti. Il comune sembra che in questo momento non sia in grado di risolvere il problema perché le autobotti sono guaste da diverso tempo e la convenzione con un consorzio di autotrasportatori privati è troppo onerosa per le casse dell’amministrazione comunale. “In attesa di trovare una soluzione – fa sapere l’assessore comunale Pippo Enea – chiediamo la collaborazione urgente della protezione civile e dei vigili del fuoco’’. Spetterà adesso all’Ausl6 dare parere favorevole per fare giungere al campo un carico d’acqua non potabile con i mezzi dei vigili del fuoco. Il consigliere Fabrizio Ferrandelli, capogruppo di Italia dei Valori al comune, a dicembre, aveva già denunciato la situazione dopo una sua visita al campo. “Sono molti i bambini che – aveva dichiarato – non si sono potuti recare a scuola negli scorsi giorni perchè non potevano lavarsi. Il campo è pieno di mosche che s’aggirano attorno le stoviglie accumulate nei giorni e di panni di roba sporca accatastati”. Lo scorso 20 dicembre, un incendio, si presume di natura dolosa, ha fatto andare in fiamme una baracca del campo. L’operazione ha richiesto l’intervento de vigili del fuoco. I nomadi, in quell’occasione, dopo che i vigili del fuoco hanno spento l’incendio, hanno circondato l’autopompa chiedendo di avere riempite le loro cisterne di acqua. Secondo l’ultimo censimento realizzato al campo nomadi di Palermo dalla polizia municipale, 200 sono coloro che vi risiedono. Tra questi si contano una quarantina di nuclei familiari quasi tutti con figli. Nulla è cambiato da quando il prof. Fulvio Vassallo Paleologo aveva denunciato nell’ottobre del 2007 la morte di una nomade causata proprio dalle cattive condizioni igienico-sanitarie di vita del campo. “Le condizioni igieniche nel quale il campo rom di Palermo è tenuto da 15 anni, per il divieto di qualsiasi intervento strutturale da parte degli enti locali e della Prefettura – aveva detto -, con un ruolo piratesco del consiglio territoriale per l’immigrazione, continueranno a produrre emarginazione, morte e malattie.
fonte: www.redattoresociale.it