Agenti della Digos hanno effettuato alcune perquisizioni in casa a carico di operai della Gesip, la società comunale di servizi ora in liquidazione. L’attività – si apprende dalla polizia – rientra nell’ambito dell’indagine, già avviata da tempo, sulle intemperanze di alcuni dei partecipanti alle proteste inscenate dai dipendenti Gesip nei mesi scorsi.
Secondo la digos gli ex dipendenti della partecipata volevano di nuovo tentare di sabotare le elezioni a Palermo. Per questo gli agenti hanno perquisito le abitazioni di otto operai alla ricerca di materiale esplosivo o comunque di qualcosa di utile alle indagini. Si ipotizza l’esistenza di un piano di sabotaggio del voto in alcuni seggi elettorali, occupandoli anche con taniche di benzina. Sullo stesso fronte avevano già provato azioni di disturbo alle elezioni regionali dell’ottobre scorso. A percepire il rischio è stata la digos, che sospetta che gli operai volessero ottenere il massimo della risonanza mediatica. Non si conosce ancora l’esito delle perquisizioni.
“Non capiamo i motivi di queste perquisizioni, hanno solo spaventato le nostre famiglie”, dicono invece alcuni dei manifestanti che sono davanti a Palazzo delle Aquile.
I lavoratori protestano da tempo per chiedere la proroga della cassa integrazione fino ad aprile e una ricollocazione occupazionale dopo la chiusura della società. Ieri il Comune e la Regione hanno raggiunto su questi temi un accordo che sarà sottoposto martedì al ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Orlando e Crocetta avrebbero trovato l’accordo su un piano che ricalca in larga parte quello ipotizzato dal Comune, dando però più peso alla riqualificazione del personale
fonte: PalermoToDay
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