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Parco e potenziamento della base militare di Camp Darby

L’area pisana e livornese sarà sempre più area di guerra e militarizzata

di COMITATO NO CAMP DARBY

La base di Camp Darby sarebbe a caccia di imprese locali per numerose opportunità di lavoro come leggiamo sulla cronaca di Pisa del quotidiano IL Tirreno di sabato 21 gennaio.

In particolare apprendiamo che stanno cercando aziende che operano nell’edilizia e a tutto l’indotto collegato al settore, oltre ad officine meccaniche, riparatori di strade, ferrovie e recinzioni.

La base Usa di Camp Darby è in fase di manutenzione e ristrutturazione dopo l’ampliamento che la collega al mare attraverso il Fosso dei Navicelli e alla ferrovia con il rifacimento della stazione di Tombolo. Questi interventi sono finalizzati al rapido trasporto della logistica bellica e di armi da caricare su aerei e navi verso le aree di guerra.

I lavori annunciati dimostrano che non si accontentano dell’ampliamento della base ma vogliono andare oltre con le amministrazioni locali che si mettono a disposizione di questi progetti come si evince dall’open day organizzato a Pisa agli Arsenali Repubblicani alla presenza dei funzionari americani che di fatto si sono trasformati in una sorta di “navigator” per presentare nel dettaglio alle associazioni di categoria e alle aziende interessate le attività contrattuali, ovvero gli appalti, e i siti dove poter reperire le informazioni sui nuovi bandi, fornendo nello specifico assistenza per le procedure di registrazione necessarie per partecipare alle gare.

Ci sono dunque interessi economici a guidare la militarizzazione del territorio tanto che risultano in crescita i rapporti economici e commerciali tra Toscana e Usa. Cedere parti del proprio territorio, le famose servitù militare, in cambio di pseudo opportunità di lavoro?

Se guardiamo a come sono concepite le basi nell’era moderna, queste aree sono del tutto autonome, hanno palestre, supermercati al loro interno, sono concepite per essere autosufficienti senza alcun apporto dell’economia circostante. Allora dove sarebbero i vantaggi per l’economia locale?

L’offerta alle imprese sul territorio è finalizzata ad ammodernare e potenziare una base come quella di Camp darby che è tra le più grandi di quelle che gli Usa hanno al di fuori dei loro confini nazionali

E l’interesse non è rivolto solo alla base Usa del Pisano ma a tutte le altre basi Usa e Nato sul territorio nazionale a conferma che queste aree stanno diventando nevralgiche prima di tutto per questioni logistiche e militari, ogni potenziamento delle stesse viene presentato come una opportunità per le aziende del territorio con il sostegno attivo delle amministrazioni locali. E tutto ciò avviene per affermare che la militarizzazione dei territori sia un vantaggio economico per la popolazione.

Il potenziamento di Camp Darby è poi da mettere in relazione con il depotenziamento del Parco di San Rossore Migliarino e Massaciuccoli che si trova nel territorio dove vogliono costruire anche la nuova base del Tuscania.

Sempre su Il Tirreno di venerdì 20 gennaio leggiamo del nuovo Piano Integrato del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli con una nota critica delle associazioni ambientaliste.

Il ridimensionamento dell’area protetta è uno degli obiettivi storici del comando Usa ma anche di tante forze politiche, il nostro timore è che si possa diminuire l’area protetta allargando contemporaneamente i confini del Parco ma con il declassamento di migliaia di ettari ad “aree contigue” soggette alle decisioni degli Enti locali che abbiamo visto essere particolarmente sensibili alle ragioni del Comando Usa e della Nato.

Se l’obiettivo fosse quello di ridurre alla fine l’area protetta e soggetta a vincoli ben precisi, possiamo asserire, senza timori di smentita, che siamo in presenza di un piano complessivo di ristrutturazione urbana che porterà a ennesime colate di cemento, molte delle quali funzionali ai progetti militari.

E quindi così facendo l’area pisana e livornese sarà sempre più area di guerra e militarizzata

 

 

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