Un’aggiunta ben camuffata in una leggina del 2010 rimetterebbe a carico dello Stato i risarcimenti che i poliziotti condannati avrebbero dovuto pagare alle vittime delle violenze.
Sono state introdotte all’ultimo momento, alla chetichella. Piccole varianti al testo, nella migliore delle tradizioni italiane delle leggine camuffate e inserite all’ultimo istante per farle passare inosservate. Le aggiunte sono state inserite giusto alla vigilia del voto in aula, all’interno del Decreto legge 187 del 12 novembre 2010, dal titolo “Misure urgenti in materia di sicurezza”, al Capo 1: “Misure per gli impianti sportivi”.
Ben camuffata, l’aggiuntina. Occorre andare all’articolo “2 bis”, dall’innocuo titolo “Fondo di solidarietà civile”. Che dice: «A favore delle vittime di reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive ovvero di manifestazioni di diversa natura, è istituito, presso il Ministero dell’interno, il Fondo di solidarietà civile». L’aggiuntina è nelle parole: «ovvero di manifestazioni di diversa natura».
Non sportive, quindi? E allora di quale natura? Il testo non lo dice. Né lo specifica in seguito. Il Decreto legge, dopo aver chiarito che tale Fondo di solidarietà serve a risarcire – nella misura del 30 per cento – «a) le vittime di reati commessi con l’uso della violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive e dei soggetti danneggiati dagli stessi reati», inserisce la seconda magistrale chiosa: «Il Fondo, nell’ambito delle risorse annualmente disponibili, provvede nella misura del 70 per cento, a interventi di solidarietà civile nei confronti delle vittime di azioni delittuose avvenute in occasione o a causa di manifestazioni diverse da quelle di cui alla lettera a), per le quali la vigente normativa non prevede altre provvidenze, comunque denominate, a carico del bilancio dello Stato» e «finalizzato anche alla definizione transattiva di liti concernenti il risarcimento dei danni alla persona e l’eventuale pagamento delle somme disposte dal giudice». Infine, terza e ultima variazione del testo, il Decreto specifica che «All’elargizione delle somme e agli interventi di cui al comma 2 (cioè i risarcimenti per le manifestazioni non sportive, ndr), nonché all’individuazione delle modalità relative all’esercizio del diritto di rivalsa o all’eventuale rinuncia ad esso, provvede il Ministero dell’interno».
Ecco fatto. Risolto il problema. Con queste poche frasi è stato ritagliato un abito su misura. Per cosa? Per i risarcimenti legati alle violenze di Genova 2001, in occasione del Forum sociale mondiale. I processi per i fatti avvenuti all’interno della caserma Bolzaneto e per l’irruzione notturna alla scuola Diaz hanno portato alla condanna, nel corso del 2009 e 2010, di oltre settanta agenti e dirigenti della Polizia di Stato, nonché alla condanna per falsa testimonianza dell’ex responsabile della Digos ligure Spartaco Mortola e dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (oggi al vertice dei Servizi segreti).
Sentenze che sono giunte al secondo grado di giudizio (si attende l’esame della Cassazione) e che complessivamente comportano risarcimenti alle vittime delle violenze e spese processuali per diversi milioni di euro. Lo Stato aveva già provveduto a ricollocarli tutti (diversi dei quali all’interno dei Servizi di sicurezza). Con la manciata di righe dedicate alle “misure per gli impianti sportivi” ha risolto anche il problema rimasto aperto: il denaro che avrebbero dovuto risarcire, le spese legali, gli oneri collegati alle condanne.
Somme che avrebbero dovuto pagare i colpevoli. E che invece pagheranno in gran parte tutti i cittadini italiani. Insomma, sembra tutto sistemato. Giusto in vista del decennale che fra pochi mesi ricorderà i drammatici giorni di Genova. E – non dimentichiamolo – la morte di un giovane: Carlo Giuliani.
Luciano Scalettari da Famiglia Cristiana
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