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Per la morte di Luigi Marinelli indagati 4 poliziotti

Quattro agenti di Polizia del commissariato di Tor Carbone, a Roma, sono indagati per omicidio colposo. Lo ha deciso il pubblico ministero Luca Tescaroli in merito al decesso del 49enne Luigi Marinelli, avvenuto lo scorso 5 settembre in seguito all’intervento dei 4 agenti chiamati dalla madre della vittima, per porre fine a una lite furiosa con il figlio i cui motivi sembrano essere legati ad una richiesta di denaro.
È stato Vittorio Marinelli, uno dei fratelli della vittima e avvocato civilista, a raccontare i dettagli dell’episodio: “quando sono arrivato, in casa c’erano tre poliziotti che parlavano con mio fratello tranquillamente e cercavano di farlo ragionare. Ma poi Luigi ha dato in escandescenza e ha detto di voler uscire di casa, quindi loro lo hanno bloccato e hanno chiamato rinforzi. È subentrato un quarto agente dai modi bruschi. Hanno ammanettato mio fratello con forza e spingendogli il viso contro la porta. Lui era cianotico. Mi sono accorto che qualcosa non andava e ho gridato immediatamente di togliergli le manette, ma non avevano le chiavi. Solo con l’arrivo di altri agenti con le chiavi, i poliziotti sono riusciti a liberare Luigi che però era ormai esanime a terra. Inutile l’arrivo del 118, tra l’altro in ritardo di un’ora. Ormai era morto”.
Pesanti le accuse che Vittorio Marinelli rivolge agli agenti intervenuti contro il fratello: ”L’hanno ammazzato i poliziotti, lo dimostra anche l’autopsia”.
”Ci sono molte analogie con il caso di Federico Aldrovandi” sostiene Antonio Paparo, il legale che rappresenta la famiglia Marinelli ”Il quadro clinico che emerge dai primi risultati dell’autopsia non è compatibile con la ricostruzione di quanto avvenuto secondo gli agenti”, osserva l’avvocato. ”Le costole fratturate sono 12 ed inoltre dagli esami emerge una lesione alla milza con una piccola emorragia interna”.
Il pm, oltre ad aver iscritto nel registro degli indagati i quattro agenti del commissariato di Tor Carbone, ha disposto anche nuovi esami radiologici sul corpo della vittima.
Intanto la famiglia continua a battersi per avere giustizia e sta nominando i propri periti di parte, sostenendo che la morte di Gigi sia avvenuta per soffocamento: come se gli agenti, per ammanettarlo, gli fossero saliti sulla schiena, bloccandogli la respirazione. I periti potrebbero essere Gaetano Thiene, cardiologo della sezione di anatomia patologica speciale dell’Università di Padova (che già si è occupato del caso Aldrovandi) e la criminologa Roberta Bruzzone. Ma per ora sono solo ipotesi: gli incarichi devono ancora essere formalizzati. Il legale Paparo, si è detto «soddisfatto del rapporto professionale instaurato con la procura volto alla ricostruzione obiettiva dei fatti». Vedremo se, come nel caso Aldrovandi, anche in questo caso si arriverà a stabilire una verità giudiziaria.