Una brutta storia scivolata al margine delle cronache illustri quella di Philippe (nome di fantasia), giovane diciottenne ivoriano, un richiedente asilo ipovedente sin da tenera età (si parla di maculopatia degenerativa, ndr). La storia è stata raccontata soltanto oggi sulle pagine del quotidiano Il Secolo XIX, ma risale ad aprile dello scorso anno.
Philippe, non ancora maggiorenne e sbarcato da poco in Italia, stava rientrando in comunità per minori a Genova. Mentre stava camminando, veniva dapprima strattonato e spintonato, poi insultato con frasi razziste («Perché tu n… hai un posto dove dormire e noi no?».) da due persone.
Il giovane ha provato a difendersi dai due aggressori, ma non si è accorto che, nel frattempo, sono arrivate altre quattro persone, risulterà solo dopo che erano dei poliziotti. Stavano intervenendo per arrestare i due aggressori “ubriachi”, che avevano anche danneggiato con un martello delle auto parcheggiate. Strano caso ha voluto che i poliziotti si siano diretti su Philippe, per uno “scambio di persona”, al posto dei due veri aggressori.
Un video (pubblicato sempre dallo stesso quotidiano) mostra, in pochi secondi, la violenza dell’intervento di forza della Polizia. Il ragazzo urla, si dimena e chiede aiuto, mentre i poliziotti sono su di lui. Prima di immobilizzarlo definitamente, gli spruzzano negli occhi dello spray al peperoncino. Poi, lo prendono a pugni provocando delle gravi lesioni (il referto ospedaliero parla di trauma facciale, contusioni e lussazione di una spalla).
Uno degli agenti coinvolto in questa aggressione è lo stesso che, qualche mese dopo, sarà indagato per l’omicidio di Jefferson Tomalà (il ragazzo sudamericano che minacciava di suicidarsi e per il quale la famiglia aveva chiesto un trattamento sanitario obbligatorio, ucciso poi da un colpo di pistola nella sua stanza, dopo aver accoltellato uno dei due poliziotti entrati per contenerlo), contro il quale aveva ancora usato dello spray urticante.
Dopo essere stato ammanettato, Philippe è stato portato in questura, trattenuto fino all’una di notte, senza scarpe e senza la possibilità di avere dell’acqua per lavarsi gli occhi irritati dallo spray.
Sul caso, sono state aperte due inchieste: una, che vedeva indagati i quattro poliziotti, accusati di lesioni aggravate; l’altra che vedeva il giovane ivoriano indagato per resistenza all’arresto.
Dopo circa un anno e mezzo di istruttoria, il magistrato ha chiesto l’archiviazione di entrambi i fascicoli. In buona sostanza, il giovane si sarebbe sostanzialmente difeso, senza accorgersi (a causa del suo problema alla vista, ndr) di avere di fronte dei poliziotti; gli agenti, dal canto loro, avrebbero utilizzato una violenza «proporzionata» a bloccare il ragazzo che si dimenava. Quindi, per il pm si è trattato di «un equivoco». Un banale “scambio di persona”, un’accidentalità. E se si trattasse, invece, di un ennesimo caso taciuto di “eccesso” nell’uso della forza da parte della polizia?
L’ultima parola spetta, a fine ottobre, al giudice per le indagini preliminari.