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Petizione: Complici e solidali con gli imputati del processo per i fatti del 15 ottobre 2011

AL FIANCO DI MAURO, DAVIDE E DEGLI IMPUTATI DEL PROCESSO PER I FATTI DEL 15 OTTOBRE 2011! 
PERCHE’ LA DEMOCRAZIA NON E’ UN BLINDATO LANCIATO A TUTTA VELOCITÀ CONTRO IL DIRITTO DI MANIFESTAZIONE! 
 
Da oramai tre anni la magistratura romana in accordo con i piani alti degli apparati di controllo e repressione del conflitto sociale nel nostro paese sta portando avanti una sporca persecuzione politica ai danni di decine di partecipanti ai movimenti che ebbero luogo tra il 2010 e il 2011 e alle grandi manifestazioni che per contenuto, partecipazione e conflittualità ne hanno costituito il suggello. Ricordiamo che erano gli anni dell’aggravamento ulteriore della crisi iniziata nel 2008 (e tutt’ora in corso) e dello sviluppo di un’articolata mobilitazione popolare per la cacciata del governo Berlusconi e i numerosi provvedimenti di attacco ai diritti all’epoca emanati (dalla copertura all’attuazione del criminale piano Marchionne negli stabilimenti FIAT alla riforma Gelmini che proseguiva la demolizione dell’istruzione pubblica). Il tutto nel quadro della lotta contro la crisi del capitalismo e i suoi effetti che in quegli anni assumeva un carattere globale.

Il 15 ottobre 2011 costituì la giornata in cui il carico di lotte, partecipazione e combattività accumulatasi in quegli anni giunse ad un culmine e si esaurì sotto al peso dei limiti delle stesse forze politiche, sindacali, sociali che quella giornata di lotta e il movimento di cui era parte  fecero sorgere e alimentarono. Negli anni a seguire è diventato il simbolo delle divisioni e dell’incapacità collettiva di trarre un bilancio costruttivo dell’esito di successi e insuccessi di quel movimento. La peggiore  delle conseguenze è stata l’incapacità collettiva di mettere in piedi una risposta adeguata, solidale e corale all’attacco che in nome di quella giornata le autorità si preparavano a sferrare contro gli spazi di agibilità democratica.  E’ così che ha avuto inizio un’operazione repressiva e un connesso processo giudiziario finalizzato a criminalizzare l’esito di quella giornata di lotta, a sfruttare divisioni e debolezze dell’ampio fronte di forze che quel giorno scese in piazza per svolgere la vendetta delle autorità contro l’opposizione politica, sindacale, sociale del paese.

Non sazi delle sentenze per i fatti di Genova 2001 è andato in scena un altro processo al diritto di manifestazione con cui si cerca di avallare la tesi che manifestare e all’occorrenza difendersi dai caroselli degli automezzi di polizia è reato: il lancio di un sasso diventa “tentato omicidio” e l’opporre resistenza alle camionette lanciate a tutta velocità contro la folla diventa “devastazione e saccheggio”. Come per i processi al movimento NO TAV siamo chiaramente di fronte al tentativo di approfittare di un processo a persone attive nel campo dell’opposizione politica e sociale per restringere e riscrivere gli spazi d’agibilità democratica. Come nel processo al movimento NO TAV è la stessa condotta dai giudici a rivelarne le mire a suon di udienze farsa fatte di favori del giudice all’accusa degni del tribunale speciale per comunisti, anarchici e sovversivi d’epoca fascista. A completare il quadro  le pene spropositate per anni e anni di carcere, arresti domiciliari e isolamento coatto, le angherie e i soprusi contro decine di generosi attivisti ma anche manifestanti occasionali e infine i tentativi di ricatto economico del Comune di Roma e delle connesse aziende pubbliche (AMA e ATAC su tutti) prontamente costituitesi parte civile ad adempiere il ruolo di esattoria repressiva contro le lotte e i movimenti.

Sono motivi sufficienti per affermare che la lotta contro questo processo e la difesa dei suoi imputati costituiscono una battaglia che riguarda chiunque nel nostro paese abbia a cuore la difesa degli spazi di agibilità democratica. Analogamente alla difesa incondizionata degli imputati nei processi relativi ad altre giornate di lotta di quella stagione come il 14 dicembre 2010 o il 14 settembre 2011 e per i numerosissimi procedimenti avviati fino ad oggi contro le lotte e i movimenti in corso nel paese.

Democrazia è l’opposto del sopruso continuato cui si vuole assuefare il popolo, non è un blindato lanciato a folle velocità contro una piazza di manifestanti né le cariche ad operai, studenti e cittadini inermi somministrate sempre più di frequente né l’allargamento dei dispositivi di controllo e repressione contro il malcontento popolare diffuso. Democrazia è porre fine alla persecuzione contro Mauro, Davide e gli altri imputati del processo per i fatti del 15 ottobre, è la legittima difesa al sopruso continuato dei forti contro i deboli, è il presente e il futuro nelle mani di chi è oggi oppresso.

Solidali con chi il 15 ottobre ha difeso il diritto democratico di manifestazione di tutti noi! 

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