La logica sbirresca del ministro Piantedosi e del governo del fascismo democratico non sbaglia: far morire e lasciar morire (tanatopolitica)
di Turi Palidda
Il naufragio del barcone al largo delle coste calabresi, che ha causato 67 morti, si poteva evitare. L’allarme è arrivato 23 ore prima della tragedia.
La Guardia di Finanza di Crotone ha trattato il caso come un’operazione di polizia e non di soccorso (cioè come un’azione anticriminaltà che avrebbe dovuto mirare tuttalpiù all’arresto degli scafisti).
Invece dovevano partite le motovedette della Guardia Costiera che sono adatte ad affrontare il mare anche forza 7-8 ma sono uscite dal porto di Reggio Calabria solo a naufragio avvenuto. Le regole di ingaggio prevedono che le operazioni siano condotte dalla Guardia di Finanza se l’operazione non sia ufficialmente riconosciuta come “evento SAR” (Search and Rescue).
Ma persino Frontex ha fatto sapere che aveva dato l’allerta e spettava all’Italia l’intervento di soccorso. L’allarme era stato lanciato, dopo che un aereo Frontex aveva avvistato l’imbarcazione “pesantemente sovraffollata”, che si dirigeva verso le coste calabresi. E 23 ore prima del naufragio era arrivato anche un dispaccio del Coordinamento Sar che segnalava la presenza dell’imbarcazione.
La Guardia costiera ha ammesso di aver ricevuto la segnalazione di Frontex, ma ha giustificato la mancanza del suo intervento adducendo il fatto che il barcone stesse “navigando regolarmente” (ricostruzione smentita dalla stessa Frontex).
Le autorità italiane hanno quindi inviato le vedette della Guardia di Finanza per ragioni di law enforcement, cioè di azione repressiva di polizia e non di soccorso.
Chi ha dato l’ordine? Sicuramente il Viminale cioè il ministro Piantedosi.
Come ebbe a dire Giuliano Amato, il profilo ideale del capo del Viminale non deve essere quello di un tecnico. I prefetti che provengono dai ranghi delle polizie badano solo all’ordine pubblico; al ministero degli Interni ci vuole un politico per distinguere caso per caso e soprattutto valutare l’opportunità delle scelte, indipendentemente dalla mera applicazione della legge.
Adesso la Procura di Crotone dovrà valutare perché il barcone individuato non è stato monitorato, raggiunto, soccorso.
Tra le 22.31 e 41 secondi e le 22.32 e 07 l’aereo Frontex scatta alcune foto e spiega via e-mail: «solo una persona è visibile a bordo», «ma le telecamere termiche (installate sul velivolo, ndr) rilevano una significativa risposta termica dai portelli aperti a prua», e «la barca era sommersa in modo significativo», segno che ci sono altri individui sull’imbarcazione. Come sempre in questi casi, si informa subito l’avvistamento al Centro di coordinamento internazionale dell’operazione Themis e le altre autorità italiane competenti, fornendo la posizione dell’imbarcazione, la rotta e la velocità».
Invece, parlando alla Commissione Affari costituzionali della Camera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che «l’aereo di Frontex non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo». Ma la portavoce di Frontex è netta: «Secondo il diritto internazionale questa è una responsabilità delle autorità nazionali».
L’ordine è stato dato sicuramente dal Viminale, cioè dal ministro Piantedosi che si vanta di venire dai ranghi della polizia. Dopo il “colpo di stato” al Viminale di De Gennaro c’è stato un boom di prefetti provenienti dalla PS mentre si sa che al ministero degli Interni occorre un politico. Ma non a caso qui Madame Meloni ha scelto Piantedosi che, parlando alla Commissione Affari costituzionali della Camera, ha dichiarato che «l’aereo di Frontex non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo». Difficilmente sarà costretto alle dimissioni.
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