State per leggere un breve e parziale riassunto di aggiornamenti sulla situazione a Ventimiglia. Dopo l’ordinanza di sgombero del campo informale in via tenda, centocinquanta migranti si erano rifugiati in una chiesa vicina per sfuggire alla grossa operazione di deportazione prevista per il giorno dopo. Tante persone verranno prese comunque dalla polizia: chi si nascondeva in altri luoghi, chi aveva tentato di attraversare il confine senza successo.
Una cronaca dei giorni successivi che mostra come la quotidianità sia fatta di deportazioni e rastrellamenti, non solo a Ventimiglia ma anche nelle stazioni ferroviarie di Savona e Genova.
La caritas è diventata l’unico gestore accettabile della cosiddetta “emergenza”: i migranti sono ospitati negli spazi della chiesa ma in modo temporaneo e precario. È previsto di ridurre i numeri e tra pochi giorni anche quegli spazi non saranno più un luogo protetto, per ora non è stata rispettata ma c’è già un’ordinanza di sgombero per ragioni di sovraffollamento. Tra le istituzioni si anima il dibattito su soluzioni accettabili per l’ospitalità di persone in transito. Una discussione schiacciata tra gli interessi politici ed economici di alcuni e un pretestuoso aiuto umanitario che riduce tutto a bisogni primari.
Nessuno parla del confine e della violenza che genera.
Non c’è un esito certo di questa discussione. Ciò che è certo è la routine delle deportazioni, dei rastrellamenti. Uno spettacolo poliziesco brutale che avviene quotidianamente, nel silenzio di troppi, a spese di quanti e quante vogliono solo libertà.
È chiaro il tentativo di normalizzare la situazione a Ventimiglia impedendo di fatto alle persone in viaggio di raggiungere la città e di avere libertà di movimento.
30 MAGGIO 2016
ore 22.00
La polizia è entrata dentro la chiesa dove si sono rifugiate ieri le persone senza documenti e hanno preso tutte le persone europee solidali pare per un’identificazione. 15 persone sono trattenute in caserma a Ventimiglia. La chiesa è presidiata da due camionette della polizia.
La police est entrée dans l’église où se sont reéfugiées les personnes sans documents et ont embarqué toutes les personnes européennes soutiens pour vérification d’identité. 15 personne est retenue à la caserne de Vintimille. L’église est encadrée de deux fourgons de police.
The police entered the church where people without documents seeked refuge and has taken all the european there in solidarity for identify them. 15 people are detained in the police station in Ventimiglia. The church is controlled by two police vans.
ore 23.00
Ai solidali portati in caserma sono state prese le impronte con identificazione fotodattiloscopica e fatta una perquisizione personale. Sono ancora trattenuti/e.
31 MAGGIO 2016
Una notte in caserma e 9 fogli di via, questo il bilancio dell’azione della polizia contro i solidali.
Non facciamoci intimorire, solidarietà senza confini!
Ore 11.20
Dopo un’assemblea di fronte alla chiesa, le persone senza documenti sono partite in direzione della frontiera. In questo momento sono bloccati sotto la città alta. Circa 70 migranti con davanti la celere schierata. Nel frattempo la polizia ha fermato altre quattro solidali. Libertà di movimento, dignità!
OPEN THE BORDERS! Stop deportation!
Chi può accorra!
ore 11.40
Le persone senza documenti sono partite in marcia verso il confine con uno striscione che chiede libertà, dignità dopo tutte le morti in mare. Sono stati bloccati dalla polizia a Forte Annunziata sulla strada verso il confine, gli agenti si sono schierati coi caschi.
ore 11.50
La polizia ha dato un ultimatum: cinque minuti ai migranti per disperdersi o useranno la forza e deporteranno anche loro.
Le persone sono restate lì davanti in silenzio Un silenzio assordante e risoluto. Un silenzio pieno di dignità e desiderio di libertà. È impressionante.
Tutti si sono seduti per terra e sembrano determinati a non tornare indietro.
Sappiamo che ci sono già quattro pullman pronti per le deportazioni sul ponte dell’autostrada. I poliziotti si sono infilati i guanti, pronti a dare avvio alle operazioni di pulizia etnica. Nel frattempo la questura di Imperia chiude al pubblico per stato di emergenza interno.
Ore 13.00
Le persone senza documenti sono ancora sedute dopo che la loro marcia è stata bloccata. Sono presenti 3 blindati e un paio di volanti. Pare ci sia stato un tentativo di mediazione da parte di Caritas. I migranti chiedono di aprire il confine, la libertà di muoversi. Hanno chiesto anche un posto dove stare senza il rischio dei rastrellamenti.
Chiedono dignità e libertà, basta deportazioni, basta rastrellamenti.
Ore 13.10
Caritas ha proposto ai migranti di tornare indietro ed andare a mangiare nella loro sede. Non hanno accettato e sono rimasti seduti sulla strada. A quel punto sempre Caritas ha portato del cibo sul posto. I migranti hanno rifiutato, non vogliono mangiare ma attraversare il confine.
Chiedono libertà e dignità.
ore 14.00
Caritas con un proprio interprete, dato che i/le solidali si erano rifiutati/e di tradurre, ha riproposto ai migranti di trovare riparo presso la propria sede. I migranti a questo punto hanno accettato la mediazione.
Intanto i solidali fermati stamattina sono ancora in caserma. Dopo la perquisizione della macchina stanno notificando loro una denuncia per il pericolosissimo “possesso di una pinza” e una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale per aver commentato la scena con un “siete ridicoli”.
ore 18.30
Alcuni/e solidali erano alla foce del Nervia con un po’ di ragazzi spaventati dai rastrellamenti, stavano semplicemente condividendo informazioni e un po’ di cibo. Dopo pochi minuti sono arrivate due camionette di polizia e carabinieri, coadiuvati dalla digos. Tutto per spaventare 10 persone che si stavano per recare dove si sono rifugiati i manifestanti di stamattina. Le persone senza documenti si sono potute allontanare, alla fine, verso la città. Il tacito accordo è chiaro: se vanno negli spazi della Caritas non verranno deportati per ora ma se si muovono in giro per la città sono a rischio.
Intanto davanti alla Caritas sono state fermate altre due solidali, già trattenute stamattina. Anche loro hanno ricevuto un foglio di via.
Siamo a 11 in un giorno.
La solidarietà non si bandisce dalla città!
2 GIUGNO 2016
In questi giorni si intensificano i rastrellamenti nelle stazioni prima di Ventimiglia: Genova e Savona. Anche a Torino Porta nuova ieri polizia e militari bloccavano le persone “non caucasiche”.
Ecco cosa succede a Genova.
VIDEO
3 GIUGNO 2016
Stamattina almeno 100 persone hanno provato a passare. Respinte dalla Francia sono state deportate con 2 pullman verso Genova. Pare che queste persone siano state “smistate” tra l’hub di Campi e la questura per un’identificazione fotodattiloscopica. Ci raccontano anche che nel pomeriggio almeno cinque persone sono state fermate nella stazione di Ventimiglia, con molta discrezione, e portate via da un furgoncino più tardi. I migranti rifugiati in chiesa ci dicono che hanno fatto un’assemblea, con l’obiettivo di organizzarsi per mostrare solidarietà a chi è stato deportato e chiedere la libertà di movimento, di poter viaggiare. Dopo ciò il capo della polizia e il sindaco, presentatisi in chiesa, hanno avvertito i migranti che se si muovono in grossi numeri rischiano la deportazione. Ioculano infatti dichiara che c’è bisogno di “fermarli a monte” e che “aumentino i controlli”.
Le deportazioni e le minacce continuano.
4 GIUGNO
I due pullman con 50 migranti dentro (scortati da agenti in borghese, finanza e polizia) sono da poco arrivati all’aeroporto di Genova, dove i ragazzi sono stati trasferiti contro la loro volontà sul charter di Bulgarian Air Charter, probabilmente verso Bari.
No Border No Nation Stop Deportation!
6 GIUGNO 2016
Una nuova operazione di polizia e’ ora in corso a Ventimiglia: rastrellamenti in stazione e respingimenti, due pullman in attesa di essere riempiti di migranti, almeno un aereo pronto a Genova per deportare. Molta polizia e posti di blocco di cui uno alla rotonda di Latte. Continuano le deportazioni e i respingimenti, a breve seguiranno altre info.
Ore 14.00
Informazioni dalle deportazioni in corso a Ventimiglia: sono partiti da Ponte San Luigi verso l’autostrada due pullman con i/le migranti, accompagnati e scortati da parecchia polizia. Pare un rapporto di un poliziotto per ogni migrante. Alcune di queste persone sono state prelevate dai treni arrivati a Ventimiglia, altre sono quelle che stanotte o stamattina hanno provato a passare la frontiera e quindi
prelevate da Nizza, Menton o comunque zone limitrofe alla frontiera.
7 GIUGNO
Ancora deportazioni!
Ancora un giorno di ordinaria inumanità: le persone in viaggio che erano appena riuscite a passare il confine italo-francese e che, durante la notte o nella prima mattinata di oggi, sono state prese e respinte in Italia dalla polizia di frontiera francese, così come una decina di persone rastrellate direttamente in stazione a Ventimiglia, una volta arrivate qui con il treno da Genova o Milano, sono finite anche oggi nella trappola delle deportazioni. Questo meccanismo assurdo, dispendioso, brutale e degradante, sta colpendo ogni giorno una cinquantina di migranti che, scortati da altrettanti poliziotti, vengono caricati su due pullman della Riviera Trasporti a Ventimiglia, e portati poi a Genova, dove li aspetta un volo per un hotspot del sud Italia.
La dinamica di imbarco si ripete uguale ogni volta: intorno alle ore 15 del pomeriggio arrivano all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova i due pullman scortati dalla polizia e dai carabinieri, i ragazzi vengono fatti scendere uno alla volta, passano in mezzo a decine di poliziotti in borghese con guantini e mascherina che aspettano a loro volta di salire sull’aereo assieme ai migranti, e vengono spinti su uno dei bus dell’aeroporto per trasporto passeggeri, per essere qui perquisiti. Quindi, ancora scortati, vengono portati sull’aereo. Rapporto: un migrante/un poliziotto.
Fine del gioco… o meglio… si ricomincia dalla casella di partenza: uno degli hotspot dai quali queste stesse persone, una volta sbarcate, avevano iniziato il loro viaggio solo pochi giorni addietro…
meta: Europa. Sogno: la decantata democrazia occidentale, la sicurezza, la possibilità finalmente di costruirsi quella vita che si desidera, e per la quale si sono attraversati migliaia di chilometri e pericoli.
E invece rieccoli d’accapo: in un luogo di detenzione ed identificazione forzata.
Riportati indietro mentre provavano ad andare avanti.
Scortati da decine di forze dell’ordine come fossero criminali.
Rastrellati per la strada come animali sgraditi durante una derattizzazione.
Spostati avanti e indietro per il paese, senza una logica se non quella dello sfinimento.
Resi merci, pacchi ignobili da allontanare verso l’altrove, nascosti agli occhi dei cittadini…
nel silenzio si realizza l’ignobile: deportazioni di esseri umani.
Deportazioni.
Deportazioni.
Senza nessun indugio, ed anzi con un’urgenza inquietante nella gola, lo ripetiamo ancora: deportazioni.
Ogni giorno di questa settimana, ogni pomeriggio alle tre, verranno spezzate la dignità e l’umanità delle persone in viaggio.
Vogliamo gridare forte il nostro dissenso ed il nostro orrore davanti a questo schifo!
… se griderete con noi, forse, anche gli shebab riusciranno a sentirci… e almeno sapranno di non essere soli. Sapranno che la solidarietà non si ferma, e che il sostegno non verrà mai meno.
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8 GIUGNO
LA SPAVENTOSA ROUTINE DELLA DEPORTAZIONE
ore 16
L’aereo di Mistral Air/Poste Italiane è pronto per partire, al Cristoforo Colombo di Genova. Arrivano i pullman, uno dei quali è partito stamattina dalla frontiera di Ventimiglia carico di persone arrestate sui treni, entrano in pista e affiancano l’aeromobile. Come sempre l’aeroporto è militarizzato: più di 50 poliziotti in borghese tengono la zona sotto controllo mantenendo un’apparenza di normalità. Chi cerca di documentare i fatti viene identificato, fotografato e seguito dalla digos.
Per il terzo giorno consecutivo 50/100 migranti vengono trasferiti al sud Italia contro la loro volontà, con l’uso della forza. L’imbarco viene fatto in sordina, per nascondere la vergogna: il nostro Stato deporta esseri umani al solo scopo di evitare il concentramento di persone al confine.
Questa non è una soluzione, ma una negazione della libertà, che può solo perpetrare o peggiorare la situazione di disagio che i migranti vivono in Europa. Ogni risposta politica sensata passa per il confronto con il soggetto migrante, e non può basarsi su repressione, detenzione e deportazioni di persone.
#StopDeportation
11 GIUGNO
CHIAMATA ALLA SOLIDARIETA’, ORE 11:00
TUTTI E TUTTE A VENTIMIGLIA
[ita-fr]
Oggi la quotidianità di Ventimiglia è fatta di rastrellamenti, controlli e deportazioni.
Da lunedì, almeno cinquanta persone al giorno vengono caricate sugli autobus della riviera trasporti e deportate su voli charter al sud d’Italia.
Dopo le proteste della scorsa settimana, le persone senza documenti hanno trovato un rifugio momentaneo nella chiesa di Sant’Antonio (in via Tenda), nel quale in pochi giorni si sono ammassate centinaia di persone.
Le istituzioni e l’amministrazione comunale vogliono ridurre il numero dei migranti e renderli invisibili. L’Asl ha dichiarato che la chiesa deve essere evacuata per motivi igenico sanitari entro questo pomeriggio, mentre da ieri notte è in atto l’ennesima operazione di polizia per l’identificazione e la deportazione.
I MIGRANTI HANNO DECISO DI RESISTERE.
LA LORO RICHIESTA E’ CHIARA: BASTA CON LE DEPORTAZIONI, DIGNITA’ E LIBERTA’
Non permettiamo che avvenga l’ennesimo sgombero coatto. SOSTENIAMOLI.
LIBERTA’ DI VIAGGIARE PER TUTTE E TUTTI!
PRESIDIO ORE 11:00, davanti alla chiesa di Sant’Antonio, via Tenda
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Le quotidien à Vintimille est fait d’arrestations, de controles et de déportations. Les institutions et l’administration communale veulent réduire le nombre de migrantEs, les rendre invisibles.
Depuis lundi, une cinquentaine de personnes par jour sont chargées dans des bus (Riviera Trasporti) puis déportées par vols charter pour le sud de l’italie.
Depuis les manifestations de la semaine passée, plusieurs centaines de personne sans papiers ont trouvé refuge dans l’église de Sant’Antonio (rue Tende). L’Asl a déclaré que l’église devait etre évacuée aujourd’hui pour des raisons medico-sanitaires : depuis hier soir, un dispositif policier pour l’identification et la déportation s’est donc mis en place.
Les migrantEs ont decidé de résister.
Leurs revendications sont claires : la fin des déportations, dignité, liberté.
Ne permettons pas une nouvelle expulsion, soutenons les.
LIBERTE DE VOYAGER POUR TOUTES
RASSEMBLEMENT à 11H00 devant l’eglise de Sant’Antonio
ore 11.30
Ventimiglia è militarizzata. Bloccati gli arrivi di migranti in città. In corso rastrellamenti a Savona.
Entrata della chiesa presidiata in protesta per la libertà di movimento, la fine delle deportazioni e dell’apartheid.
In corso assemblea.
ore 12.30
Presidio dei migranti davanti alla Chiesa di Sant’Antonio
GENOVA
Sull’11 giugno 2016:
mentre alla stazione di Principe si svolgeva il presidio contro le deportazioni, la macchina razzista messa in piedi dallo stato si spostava di fermata, scegliendo Savona, così da poter operare lontano da occhi vigili e critici.
Eppure deportazioni e rastrellamenti sono azioni troppo schifose per passare inosservate:
ce ne siamo accorti noi, ma se ne se sono accorti anche alcuni passeggeri che erano appena partiti da Principe ed avevano potuto raccogliere, grazie al presidio, qualche informazione su quanto sta accadendo.
Qualcuno è sceso dal treno per chiedere cosa stesse succedendo, qualcuno guardava inorridito.
Nel frattempo, altri tre pullman partivano da Ventimiglia, con il quotidiano carico umano di rastrellati: i nuovi squalificati lungo la propria corsa dagli ordini di Alfano, di uno stato sempre più pregno di fascismo, e di un’Europa assassina e ottusa. Militarizzare la città di Ventimiglia e tutti i treni non basta ancora: abbiamo avuto notizia che stiano iniziando a controllare anche gli autobus della tratta Sanremo-Ventimiglia.
Noi sappiamo che continuare a informare e far sentire il nostro dissenso a tutto questo orrore è un imperativo categorico. Ma guardare soltanto non basta: bisogna mantenere vive la solidarietà, l’attenzione, l’indignazione e la forza per continuare a lottare!
15 e 16 GIUGNO
Continuano le deportazioni. Il 15 giugno sono partiti altri tre autobus direzione autostrada.
Oggi 16 Giugno due autobus stazionavo in frontiera alta scortati da militari e polizia. Sono partiti verso le 13.00.
Intanto continuano i rastrellamenti nelle stazioni di Genova e Savona. Sappiamo anche di fermi avvenuti tra la notte del 15 e il 16 di almeno 20 ragazzi sulla passeggiata mare di Sanremo.
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