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Pioggia di multe per gli attivisti calabresi che hanno contestato la conferenza Stato-Regioni

Sono già circa 40 le multe notificate in questi ultimi giorni a chi ha partecipato alla mobilitazione organizzata dall’Unione Sindacale di Base e da altri Comitati spontanei di cittadini e cittadine lo scorso 23 novembre 2020, in occasione della visita in Calabria di Boccia, Ministro per gli Affari regionali e Autonomie.

Ci è sembrato un momento importante per scendere in piazza, assieme ai precari e alle precarie di questa Regione, ai tirocinanti, ai venditori ambulanti e a tanti altri preoccupati per il baratro sociale, sanitario, economico nel quale la Politica sta relegando il nostro presente. In linea con tutte le proteste espresse in lungo e in largo per la Calabria nei giorni precedenti e successivi, abbiamo rivendicato il diritto a soluzioni urgenti nei settori della sanità e dell’occupazione, manifestando il nostro dissenso contro le gestioni politiche e commissariali e per dire “no” agli ospedali da campo e perché pensiamo sia essenziale privilegiare la sanità pubblica rispetto a quella privata. Abbiamo chiesto a gran voce l’apertura degli ospedali dismessi e il rinforzo di quelli poco attivi, ma anche garanzie su misure economiche a sostegno dell’occupazione, delle piccole imprese, interventi di contrasto alla povertà che con la pandemia in atto si sta palesando in modo sempre più diffuso.

La mobilitazione sotto la Cittadella Regionale, svoltasi nella forma di un presidio, era stata autorizzata dalle Autorità di Pubblica Sicurezza. Nell’intento dei partecipanti, tutti rispettosi dei dispositivi di sicurezza (distanze, mascherine, gel igienizzanti, ecc.), c’era la voglia di incontrare il suddetto Ministro arrivato in Calabria, dopo le scandalose dichiarazioni salite alla ribalta mediatica nazionale del precedente Commissario Cotticelli che non sapeva neppure cosa fosse un Piano anti-Covid.

Non abbiamo accettato la posizione del suddetto Ministro di non incontrarci, di arrivare addirittura in elicottero e di barricarsi nelle stanze istituzionali della Cittadella e non abbiamo gradito l’ennesima passarella della Politica, tutta incentrata sull’autolegittimazione delle proprie malafatte piuttosto che concentrata sulle reali problematiche della nostra Regione. Il tutto, poche ore dopo l’ennesimo disastro ambientale annunciato occorso a Crotone. È per tali motivi e soprattutto per insistere nel nostro intento di farci sentire che ci siamo spostati dalla sede della Cittadella Regionale verso la vicina rotatoria stradale, bloccando il traffico alle grida, tra le tante, “Dignità per tutti i Calabresi”, “Sanità Pubblica”.

Siamo rimasti per circa due ore in strada a bloccare il traffico, ma favorendo comunque il passaggio di quanti avessero particolari urgenze e necessità e soprattutto continuando a dotarci dei dispositivi di sicurezza necessari. Ce l’abbiamo messa tutta, per quelle che erano le condizioni presenti, per farci ascoltare dal Ministro, ma l’incontro tanto atteso non è arrivato.

Sono arrivate, invece, le multe di ben 400 euro, comminate a circa 40 partecipanti alla mobilitazione, per il fatto di non aver rispettato il DPCM 03 novembre 2020 che consente «manifestazioni pubbliche in forma statica». Avremmo dunque trasformato una mobilitazione autorizzata in forma “statica” in una mobilitazione non autorizzata in forma “dinamica”.

Oltre al danno la beffa, ci verrebbe da dire usando un vecchio adagio! Oltre ai danni provocati dalla Politica a questa Regione e a tutti i suoi abitanti, anche la beffa di essere multati e multate per il sacrosanto diritto di aver manifestato il nostro dissenso.

Perché di questo si tratta: spostandoci dalla Cittadella regionale a una rotatoria distante 150 metri, in aperta campagna, in spazi ancora più estesi e isolati rispetto alla stessa sede della Cittadella regionale, non abbiamo messo in pericolo né la nostra vita né, tantomeno, quella di altre persone rispetto alla possibilità di contagi del virus. L’unico intento di queste multe è quello di voler sanzionare il dissenso espresso da chi è sceso in piazza ed è quello di voler mantenere un livello di disgregazione sociale e di isolamento utile a far passare, senza alcuna protesta, le politiche istituzionali che si rivelano sempre più distanti dai bisogni concreti di noi tutti e tutte. Tutto ciò è perfettamente in linea con i medesimi provvedimenti comminati anche ad altri manifestanti che sono scesi nelle piazze di tante città calabresi – e non solo – per la tutela del diritto alla salute. Addirittura, ci sono stati casi di persone multate senza neppure aver preso parte alle mobilitazioni, così come ci sono stati casi di manifestanti che, in aggiunta alle multe per la manifestazione del 23 novembre sotto la Cittadella Regionale, hanno ricevuto anche le multe per il presidio organizzato alcune ore prima a Cosenza, dove era in programma la visita dello stesso Ministro.

Se pensano di intimidirci o di voler sanare con i nostri soldi i debiti che hanno prodotto, si sbagliano. Con il livello di vita più basso d’Italia e con uno dei livelli dei LEA più bassi d’Europa, con il numero di precariato più esteso in Europa, non abbiamo nulla da perdere! Cos’altro dobbiamo aspettare se anche quelle poche esperienze virtuose, come la struttura del Sant’Anna di Catanzaro, ci verranno tolte costringendoci ancora una volta ad emigrare per curarci?

Ci teniamo a chiedere vicinanza e solidarietà a coloro che, pur non avendo preso parte alla mobilitazione e pur non essendo sanzionati, avvertono il pericolo che simili espedienti, ancora una volta fatti passare come emergenziali e a tutela della sicurezza, attecchiscano perché qui in gioco c’è sempre più la libertà di espressione e partecipazione.

Le multe le pagassero Cotticelli, Boccia, nonché i vari Spirlì, Tallini, Abramo e tutti quelli che stanno mangiando l’Italia e la Calabria boccone per boccone! Sono loro i responsabili di questa situazione drammatica nella quale ci ritroviamo tutti e tutte. O meglio: quasi tutti e tutte.

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