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Polizia di frontiera bulgara contro volontari internazionali

Gravi violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia di frontiera bulgara contro volontari internazionali

di Collettivo Rotte Balcaniche

Tra il 10 e l’11 settembre 2024, un gruppo di volontari internazionali ha subito una grave violazione dei propri diritti da parte della polizia di frontiera bulgara nella regione di Malko Tarnovo.

L’incidente è avvenuto dopo che i volontari avevano soccorso 10 persone, tra cui tre bambini e due donne, rimaste senza cibo e acqua per tre giorni in un’area nota per gli alti tassi di mortalità tra le persone in movimento. Al momento dell’arrivo dei volontari, uno dei bambini era privo di conoscenza.

Dopo aver allertato le autorità riguardo al salvataggio, i volontari sono stati falsamente accusati di contrabbando e sottoposti a gravi minacce e violenze fisiche da parte degli agenti della polizia di frontiera. Sono stati arbitrariamente detenuti per oltre 21 ore presso la stazione di polizia di frontiera di Malko Tarnovo, dove sono stati negati i loro diritti fondamentali all’assistenza legale, all’accesso ai propri telefoni e all’assistenza medica.

Durante la detenzione, i volontari hanno subito:

1. Perquisizioni fisiche invasive
2. Sequestro di effetti personali, inclusi i telefoni cellulari
3. Negazione dell’assistenza medica necessaria
4. Continui insulti razziali e abusi verbali

Un ufficiale di Frontex presente sulla scena ha confermato la cattiva condotta della polizia di frontiera bulgara e ha promesso di indagare sull’incidente.

Questo è solo l’ultimo caso di una lunga serie di pressioni da parte della polizia di frontiera bulgara su volontari internazionali.

Questa eclatante violazione dei diritti umani e del diritto internazionale solleva serie preoccupazioni sul trattamento sia degli operatori umanitari che delle persone in transito nella regione.

 

 

 

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