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Processo d’appello al Sud Ribelle. Io ci sarò.

A distanza di un anno si ritorna a parlare di processo al “Sud ribelle” in vista dell’udienza fissata per il 18 maggio presso la Corte d’Appello di Catanzaro.
Dall’assemblea emerge forte la determinazione a che non cada nel dimenticatoio. Genova ha segnato il movimento con la morte impunita di Carlo Giuliani, le pesanti condanne inflitte ai compagni processati a Genova -con lo sdoganamento di reati fascisti quali devastazione e saccheggio- e il rischio concreto che la corte di Catanzaro potrebbe accogliere il ricorso dell’accusa riportando il processo di Cosenza all’anno zero.
Non si deve sottovalutare questo processo perchè significherebbe sminuire quello che potrebbe determinare in termini repressivi a tutto il corpo militante. Nè bisogna dimenticare che le condanne dei poliziotti di Ge e Na gridano vendetta. Proprio negli stessi giorni del processo d’appello a Catanzaro contro i nostri militanti, parte quello d’appello dei poliziotti condannati a Genova per le torture nella caserma Diaz.
Il processo al “Sud ribelle”, è bene ricordarlo, è uno dei due filoni d’inchiesta aperti a Genova che cerca di raccontare come criminale la forma aggregativa autonoma contro i padroni e i potenti del mondo.
Ancora, bisogna rilanciare forte il messaggio che i processi sono a carico dei compagni solo formalmente, mentre politicamente sono processi all’intero movimento. E oggi è più che mai necessario assumersi collettivamente questa responsabilità visto il clima di repressione che si respira.
Dall’assemblea è emersa la necessità di un’analisi più approfondita per cercare di ricompattare il movimento, specialmente al sud, su questioni quali lavoro/reddito, devastazione ambientale, migranti, sfruttamento e diritto al dissenso. Centrale resta la questione ponte sullo stretto. Qui si concentra tutto ciò che c’è di peggio in questo Governo, nazionale e regionale, e nei nostri territori. Un misto che va dai finanziamenti mafiosi al controllo dei territori da parte della ‘ndrangheta .
Per tutto questo è necessario rialzare l’attenzione su quanto sta avvenendo in tutta Italia a livello repressivo: case occupate sgomberate, centri sociali chiusi con la forza dalla polizia, operai caricati ovunque attuino forme diverse di protesta. Il movimento non può restare estraneo a tutto questo. Deve organizzare ovunque assemblee per richiamare l’attenzione su questo processo e sin da ora chiamare a raccolta tutti e tutte per essere presenti con un forte presidio davanti e dentro il Tribunale di Catanzaro.

Coordinamento liberi tutti

Dall’assemblea meridionale del 30/4/10 al CPOA Rialzo per la riapertura del processo al Sud Ribelle in Corte d’appello a CZ