Processo per la morte di Aldo Bianzino; sotto accusa un assistente di polizia penitenziaria
- febbraio 14, 2011
- in carcere, violenze e soprusi
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È stata rinviata al 21 marzo la prossima udienza del processo a carico di Gianluca Cantoro, l’assistente di polizia penitenziaria al carcere di Capanne accusato di omissione di soccorso, omissione di atti d’ufficio e falso poiché non avrebbe soccorso Aldo Bianzino, morente in cella, la notte tra il 13 e il 14 ottobre del 2007. Lo ha stabilito ieri mattina il collegio di giudici (Maffei, Bellucci e Monaco) accogliendo l’incompatibilità sollevata dalla dottoressa Monaco sul caso Bianzino. Pertanto l’udienza è stata subito rinviata.
Per la prima volta era presente nell’aula del tribunale di Perugia anche l’avvocato Fabio Anselmo, già noto per aver assistito la famiglia di Stefano Cucchi e fresco di nomina come legale di fiducia dalla ex moglie di Aldo, Gioia Toniolo assieme ai due figli maggiori di lui Aruna Prem ed Elia. Di fronte ai giudici, anche gli avvocati Massimo Zaganelli e Gioia Cecchini che rappresentano i genitori di Aldo e il figlio minore Rudra Bianzino, nato dal legame tra il falegmane di Pietralunga e la compagna Roberta Radici, morta per cause naturali nel 2009.
Aldo fu bloccato nell’ottobre del 2007 dopo un blitz di Polizia e Guardia di Finanza nell’abitazione dove viveva con la compagna, Rudra e la mamma di lei. Le forze dell’ordine ammanettarono Aldo e Roberta dopo aver scoperto e sequestrato una coltivazione di marijuana nel giardino dietro l’abitazione, posta in un luogo sperduto tra le colline dell’Altotevere a Pietralunga. Dopo la morte di Aldo, la Procura aprì anche un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti, poi archiviato nel dicembre del 2009.
Prosegue invece il filone di indagini che vede imputata la guardia carceraria Cantoro. Lo stabilì nel novembre del 2009 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia, Marina De Robertis che ha rinviato a giudizio il poliziotto “ritenendo – come aveva prospettato il pm Giuseppe Petrazzini – che ci sono elementi sufficienti per processare Cantoro. Omise reiteratamente – si legge nel capo d’imputazione – di avvertire i sanitari di cui Bianzino chiedeva l’intervento, da mezzanotte alle 8 del mattino, dicendo di sentirsi male”. Altri cinque agenti in servizio a Capanne saranno sentiti nel processo che ripartirà il 21 marzo.
fonte: La Nazione