Processo Rasman: Il Pm chiede il rinvio a giudizio per i poliziotti.
- ottobre 09, 2008
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Chiesto il rinvio a giudizio, a Trieste, per quattro agenti di polizia coinvolti nell’omicidio colposo di Riccardo Rasman, 34 anni, stroncato nell’ottobre del 2006 nel suo monolocale di Borgo San Sergio da un collasso innescatosi durante l’ultima fase di un violento intervento della polizia. Secondo il pm la morte è direttamente collegata proprio alle modalità di intervento degli agenti.Nei prossimi giorni il gip Enzo Truncellito fisserà la data dell’udienza preliminare. I poliziotti avevano fatto irruzione nell’appartamento perchè Rasman aveva lanciato un paio di petardi sulle persone che passavano nella sottostante strada. Rasman era stato ammanettato e tenuto fermo sul pavimento con le mani bloccate dietro alla schiena. Una posizione che gli è stata fatale. In un primo momento per i quattro indagati era stato chiesto il proscioglimento. Ma nuovi elementi e i nuovi indizi hanno riaperto un caso che presenta parecchie analogie col caso Aldrovandi, il diciottenne ferrarese ucciso nel corso di un violento controllo di polizia, secondo la ricostruzione emersa finora dal processo in corso. A Trieste è emerso – da testimoni e registrazioni audio, che, quel 26 ottobre 2006, gli agenti sapevano che Rasman era assistito da un centro di salute mentale. Secondo i legali della famiglia Rasman, uno dei quali è lo stesso che segue la famiglia Aldrovandi, gli indagati non potevano non sapere con chi avevano a che fare. E non avrebbero dovuto fare irruzione nell’appartamento senza aver prima chiesto l’intervento di uno psichiatra. Il lancio di petardi era cessato da tempo. Esiste una specifica richiesta alla Centrale operativa della questura di verificare se Rasman fosse seguito dal Centro di salute mentale di Domio.
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