Processo Uva: Assolto il medico imputato. Rinviati gli atti in Procura. Ora inizia il vero processo
- aprile 23, 2012
- in malapolizia, violenze e soprusi
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“Io l’ho sempre saputo che non sono stati i medicinali ad ucciderlo, e ora sono contenta. Contenta anche perché è stata assolta un persona innocente”, ha detto fuori dal tribunale di Varese tra le lacrime Lucia Uva, sorella di Giuseppe. E’ lei che si batte come un leone da quattro anni per sapere la verità, da quando ha capito che le indagini della Procura puntavano dritte verso una sola direzione: il medico. E questo nonostante esistano diversi indizi a evidenziare come l’uomo non abbia subito un trattamento di favore, dentro le mura della caserma. E nonostante esista sin dal primo momento un testimone, Alberto Biggiogero. Il ragazzo – fermato insieme a Giuseppe, quella sera erano un po’ sbronzi e avevano iniziato a spostare delle transenne in una strada di Varese – ha sempre raccontato di aver sentito urla disperate provenire dalla stanza in cui era rinchiuso Giuseppe”
“Abbiamo sempre detto che dovevano essere fatte indagini più approfondite sul lasso di tempo trascroso tra il fermo di Giuseppe e il suo ricovero”, ha detto l’avvocato che rappresenta la parte civile, Fabio Anselmo, lo stesso che ha seguito, sempre con ottimi risultati, casi simili da Aldrovandi, a Diaz a Cucchi (il cui processo è ancora in corso presso la Corte di Assise di Roma).