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Proiettili di gomma e "danni collaterali"

In risposta alla delirante proposte del deputato del Pdl Carlo Nola di dotare la polizia italiana di proiettili di gomma, pubblichiamo un articolo di Nicola Tanno (nella foto) stutente molisano, colpito oltre un anno fa da un proiettile di gomma a Barcellona e da allora impegnato nella campagna Stop bales de goma.

Il 12 luglio del 2010 un agente antisommossa della polizia catalana ha sparato dritto contro il mio viso un proiettile di gomma causando la perdita della vista del mio occhio destro, la frattura di varie ossa del viso e un ematoma celebrale. Nell’estate del 2010 quasi nessuno della stampa italiana volle raccontare la mia storia. Oggi, davanti alla proposta del deputato del Pdl Carlo Nola di utilizzare simili proiettili contro i “manifestanti violenti” e al clima di repressione e di limitazione dei diritti fondamentali che si sta diffondendo nel Paese, è necessario tornare a raccontarla sperando che riceva maggiore attenzione.
Va detto innanzitutto che i proiettili di gomma vengono utilizzati solo in alcuni Paesi europei, come Francia e Spagna. Nella grande maggioranza degli altri Stati, quali Gran Bretagna, Germania, Norvegia e Svizzera, le polizie hanno scelto di utilizzare altri mezzi di dissuasione. Piuttosto quest’arma è stata largamente utilizzata dai regimi arabi per reprimere le manifestazioni di dissenso e dalla Gran Bretagna contro i movimenti nordirlandesi causando la morte di 17 persone. Ad ogni modo non si tratta qui di dare un giudizio sull’attuazione delle diverse polizie europee ma di capire se i proiettili di gomma sono una soluzione adeguata ai problemi d’ordine pubblico.
Il proiettile di gomma utilizzato come arma di dispersione di folla (es. Spagna) è un’arma incontrollabile. Viene sparata a velocità altissime (700 km/h circa) e necessita di un protocollo di difficile attuazione che tiene conto di una distanza minima, di far rimbalzare il proiettile a terra e di colpire l’obiettivo esclusivamente sotto i fianchi. Questi protocolli evidenziano di per sé la alta pericolosità dell’arma la quale, in Spagna, in 20 anni ha causato la perdita di un occhio a 23 persone e la morte di una donna. In situazione di disordine proiettili come questi possono colpire qualsiasi persona, tanto gli obiettivi prefissati dal poliziotto come persone che si trovano nel mezzo di uno scontro tra manifestanti e forze dell’ordine. Non è un caso se degli 5 ultimi casi di ragazzi resi monocoli in Catalogna per colpa delle balas de goma nessuno ha imputazioni ha suo carico.
Anche quando sono state utilizzate per colpire obiettivi specifici i proiettili di gomma hanno causato danni simili. In Francia le famigerate flash ball hanno negli ultimi tre anni causato la perdita di un occhio a due ragazzi e altri feriti gravi.
Vi è comunque un problema di proporzionalità che tocca da vicino la tutela dei diritti umani. Anche contro coloro che si rendono colpevoli di atti di vandalismo non è accettabile l’uso di strumenti che causano danni irreparabili al fisico. A tal proposito vale la pena segnalare che sin dal 1982 la Commissione Europea ha descritto queste armi come sproporzionate e pericolose. Un’affermazione simile è stata fatta dal Parlamento Europeo nel 1997 il quale, due anni dopo, assegnò alla Scientific and Technological Options Assessment (STOA) il compito di studiare l’uso dell’arma. La STOA, nella sua relazione , affermò in maniera chiara che simili armi non dovrebbero essere utilizzate per gestire manifestazioni.
Resta, infine, del tutto senza soluzione il tema della responsabilità dei danni commessi da agenti antisommossa. Poche volte è stato possibile individuare i poliziotti che hanno sparato proiettili di plastica durante una manifestazione. Questo accade perché vengono utilizzate quasi sempre in situazioni di caos generale che non permette l’identificazione dell’agente. Inoltre la mancanza di placche identificative, spesso anche a sfregio delle norme, rende tutto più complesso. Nel mio come in altri casi, non vi è stata giustizia. Non solo nessuno ci restituirà la parte di vista che abbiamo perso ma, inoltre, forse non sapremo mai chi ha scelto di spararci in viso e chi ha dato l’ordine di farlo.
In una situazione di conflitto sociale alta come quella presente nell’Italia di oggi non può esserci scelta più irresponsabile che dotare gli agenti di queste armi. In situazione di tensione sarebbe facile per agenti poco professionali approfittare dell’uso di un arma che causa effetti come quelli descritti. I cittadini italiani non devono cadere nel tranello della paura scatenato dal Ministro Maroni e da altri politici italiani e respingere al mittente la proposta del deputato Nola. Armi più pericolose determineranno solo un aumento della tensione sociale e un numero più alto di feriti.

Nicola Tanno

Per informazioni più dettagliate sull’uso dei proiettili di gomma in Spagna e in Europa e sui suoi effetti è consigliabile leggere il materiale dell’associazione catalana Stop Bales de Goma o guardare i video sul suo canale Youtube .