65 navi militari tra cui una portaerei Usa, elicotteri, carri armati, mezzi anfibi e 4mila soldati provenienti da sette nazioni della #Nato hanno preso d’assalto la Sardegna.
Con un’ordinanza del 5 maggio è scattata all’improvviso l’operazione della Nato Mare Aperto 2022 in 17 aree marine sarde, le esercitazioni sono previste fino al 27 maggio.
La Sardegna è abituata (ahimé) alle esercitazioni militari, ai poligoni più grandi e importanti d’Europa, alle servitù militari che raggiungono percentuali incredibili.
In Sardegna oltre 35 mila gli ettari di territorio sono sotto vincolo di servitù militare. Quando ci sono le esercitazioni vengono interdetti alla navigazione, alla pesca e alla sosta, oltre 20mila chilometri quadrati (una superficie di mare quasi pari a quella dell’isola, i dati sono della Regione Sardegna).
Di solito quando ci sono esercitazioni di questa portata, le operazioni vengono comunicate con largo anticipo alla popolazione, stavolta invece non è stata nemmeno avvista la popolazione: divieto di accesso in quelle aree con decorrenza immediata.
Migliaia di persone hanno sottoscritto una petizione (qui: https://bit.ly/3Lq9XS8) per appellarsi alla Regione Sardegna affinché si faccia portavoce nei confronti del Ministero della Difesa Italiana per mettere fine a questo “destino militarista” e domenica 22 maggio i movimenti antimilitaristi e pacifisti manifesteranno a Sant’Anna Arresi.
«L’esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l’apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull’orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana». Bruno Misefari
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Contro l’occupazione militare della Sardegna
In questi giorni, come si legge sui giornali e come si può vedere con i propri occhi da una passeggiata al porto, la città di Cagliari è assediata da navi militari, mentre colonne infinite di mezzi militari percorrono indisturbati le strade statali della nostra isola.
Qualcuno commenta “A Maggio le esercitazioni ci sono sempre state”, dimenticando e quasi normalizzando il fatto che le esercitazioni in terra sarda ci rendono complici delle guerre nel mondo, e che qui sottraggono considerevoli aree di territorio alle persone che lo abitano, devastandolo: i loro giochi di guerra, per noi, non sono mai benvenuti.
Ancora, qualcuno crede che questa presenza scomoda ci protegga dalla guerra, ignorando che un numero consistente di luoghi strategici, come quelli che recintano con il filo spinato tanti spazi a noi inaccessibili, siano più un obiettivo che una roccaforte.
Siamo disposti ad accettare che l’Esercitazione Mare Aperto bombardi anche quest’anno la Penisola Delta, mentre i generali dell’esercito sono a processo per averla inquinata irreversibilmente? Che ulteriori zone vengano martoriate? Che questi addestramenti siano alla base dell’atlante di conflitti provocati nel mondo, ultimo quello in Ucraina?
Pensiamo che, in un periodo come quello che stiamo attraversando oggi, sia più che mai fondamentale tornare in tante e tanti davanti alle reti delle basi militari, per opporci alla devastazione causata dalle esercitazioni e contro tutte le guerre che si preparano sulla nostra isola.
Per altre informazioni:
Canale Telegram “CONTRO LE BASI”: https://t.me/controlebasi
Pagina Facebook: A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna