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Provvedimento d’espulsione per Seif, educatore e rifugiato politico

Perde il lavoro e il diritto d’asilo, Seif Bensouibat cittadino algerino rischia l’espulsione. Educatore nel liceo Chateaubriand, ora è a Ponte Galeria per un «Reato di opinione»

Seif Bensouibat cittadino algerino, rifugiato politico in Italia dal 6/12/2013, educatore apprezzato da numerosi anni del liceo francese Chateaubriand, laico, incensurato e privo di carichi pendenti, a seguito della visione quotidiana dei filmati provenienti dalla striscia di Gaza, scioccato per il numero di civili inermi uccisi dalle bombe israeliane e dalle tragiche immagini dei bambini mutilati, nel gennaio scorso scriveva alcuni post rabbiosi, carichi di risentimento per la potenza coloniale israeliana e noi confronti dei suoi alleati paesi occidentali.

Post pubblicati su una chat chiusa alla quale partecipavano amici e colleghi dello stesso, mai su facebook e/o su siti aperti.

In conseguenza di tali esternazioni giunte a conoscenza dell’istituto francese e prontamente da questo comunicate alla Digos veniva dapprima sottoposto a perquisizione domiciliare alla ricerca di armi ed esplosivi, per un post, e successivamente a distanza di pochi giorni convocato in Questura e informato dell’avvio a suo carico di una indagine penale e del procedimento di revoca dello status di rifugiato con relativa convocazione innanzi alla Commissione Territoriale per l’1 febbraio.

Trascorsi oltre due mesi in totale libertà nel corso dei quali ha proseguito a svolgere le sue ordinarie mansioni, tranne quella lavorativa essendo stato nel frattempo licenziato dal liceo francese sempre a causa dei medesimi post, nella giornata odierna facevano ingresso nella sua abitazione numerosi agenti di polizia per notificargli il provvedimento di revoca dello status di rifugiato e la sua espulsione dal territorio nazionale perché ritenuto persona pericolosa per la sicurezza dello stato italiano con conseguente trattenimento in un CPR.

Il provvedimento motiva la pericolosità del Seif mediante una lettura comparata dei post con il pericolo del terrorismo religioso di matrice Jihadista, con il fenomeno dei lupi solitari, della radicalizzazione solitaria evidentemente ritenendo che i moti di sdegno, anche scomposti, urlati e rabbiosi per quanto avviene in terra palestinese possano essere ricondotti all’Isis e alla propaganda religiosa.

Talmente minaccioso Seif, laico e con un passato ruolo di educatore nel prestigioso liceo francese, da poter girare libero nelle strade per oltre due mesi in attesa che qualcuno si ricordasse di lui e della sua pericolosità.

L’avvocato Rossi Albertini chiederà la revoca del provvedimento della commissione territoriale, così che a Seif venga restituito il diritto di restare in Italia e innanzitutto di tornare a casa, a Roma. Ma da ieri sera la sua casa è il Cpr di Ponte Galeria. Per una chat.

Riceviamo dall’avvocato Flavio Rossi Albertini l’oggetto di una interrogazione scritta inviata giovedì 16 maggio 2024 al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Interno:

“Premesso che:

l’interrogante ha appreso che il cittadino algerino Seif Bensouibat, rifugiato politico in Italia dal 6 dicembre 2013, educatore apprezzato da numerosi anni del liceo francese Chateaubriand, laico, incensurato e privo di carichi pendenti, in data odierna, 16 maggio 2024 a seguito dell’ingresso nella sua abitazione di numerosi agenti di polizia ha ricevuto la notifica di un provvedimento di revoca dello status di rifugiato e la sua espulsione dal territorio nazionale perché ritenuto persona pericolosa per la sicurezza dello stato italiano con conseguente trattenimento in un CPR;
quanto accaduto deve ricondursi all’episodio già segnalato con interrogazione del mese di gennaio u.s. dallo stesso interrogante, che ha condotto all’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dell’uomo;

in particolare, a seguito della visione quotidiana dei filmati provenienti dalla striscia di Gaza, scioccato per il numero di civili inermi uccisi dalle bombe israeliane e dalle tragiche immagini dei bambini mutilati, Bensouibat ha scritto alcuni post rabbiosi, carichi di risentimento per la potenza coloniale israeliana e noi confronti dei suoi alleati paesi occidentali. Detti post sono stati pubblicati su una chat chiusa alla quale partecipavano amici e colleghi dello stesso, mai su facebook e/o su siti aperti;
in conseguenza di tali esternazioni giunte a conoscenza dell’Istituto francese e prontamente da questo comunicate alla Digos, l’uomo è stato dapprima sottoposto a perquisizione domiciliare alla ricerca di armi ed esplosivi, e successivamente, a distanza di pochi giorni, convocato in Questura e informato dell’avvio a suo carico di una indagine penale e del procedimento di revoca dello status di rifugiato con relativa convocazione innanzi alla Commissione Territoriale per l’1 febbraio u.s.;
dopo oltre due mesi in totale libertà, nel corso dei quali ha proseguito a svolgere le sue ordinarie mansioni, tranne quella lavorativa – essendo stato nel frattempo licenziato dal Liceo francese in esito al citato procedimento disciplinare – come anticipato, nella giornata odierna in seguito alla notifica del provvedimento di revoca è stato condotto da una squadra di agenti verso un CPR non meglio identificato;
il provvedimento motiva la pericolosità dell’uomo connettendo il contenuto dei post al terrorismo religioso di matrice Jihadista, e in particolare con il fenomeno dei c.d. lupi solitari, evidentemente ritenendo che i moti di sdegno, anche scomposti, urlati e rabbiosi per quanto avviene in terra palestinese possano essere ricondotti all’Isis e alla propaganda religiosa.

Tutto ciò premesso,

Si chiede di sapere dai ministri interrogati ciascuno per quanto di propria competenza:
in quale CPR Seif Bensouibat sia stato condotto;

se non ritengano il provvedimento del tutto abnorme rispetto ai fatti contestati;

se non ritengano il provvedimento citato emanato in violazione del diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero dell’uomo”

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