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Quello che non regge nelle versioni ufficiali sui fatti accaduti a Roma il 3 maggio

Le contraddizioni, le aporie, le false piste: accadde a Roma a Tor di Quinto il 3 maggio

Un pomeriggio di un giorno da cani sul quale son tornati in molti, ma ben pochi hanno sviscerato i punti oscuri, le menzogne, le impostazioni omissive, i raccapriccianti cambi repentini di versione da parte delle autorità.

Il fatto è ormai noto: a Tor di Quinto nel prepartita Napoli Fiorentina per la finale di Coppa Italia a 1.5 Km dallo Stadio Olimpico vengono sparati dei colpi di arma da fuoco che feriscono tre tifosi napoletani; uno dei feriti è ancora a una settimana dai fatti in condizioni gravissime.

Però sulla dinamica degli eventi regna un’opprimente confusione.

Sin dall’inizio c’è stato un grottesco pompieraggio di acqua a vagonate sull’incendio della gravità degli eventi: gli italiani sono ritenuti un popolo di bambini dementi cui negare la verità degli eventi gravi in prima battuta per poi ripiegare a pezzettini di informazioni sempre reticenti comunque. Le prime versioni parlavano di una sparatoria che non aveva nulla a che fare con l’evento calcistico, poi si è parlato di un regolamento di conti: parole liquidatorie che non significano quasi mai nulla come sa bene chi segue le cronache giudiziarie. Parole vuote, parole in libertà circolate con veline fino alla fine della partita, forse perché allo stadio Olimpico erano presenti, tra gli spettatori, Renzi e il Presidente del Senato.

Ma veniamo al monte delle contraddizioni.

Sull’episodio collaterale della cosiddetta trattativa col capo ultrà partenopeo “a’ Carogna” all’Olimpico ci sarebbe da scrivere un libro intero di barzellette: basti una citazione. Il Questore di Roma, a proposito del caos che regnava all’Olimpico e al ritardo dell’inizio della partita, così ha affermato: “Non abbiamo mai pensato di annullare la partita. I 45 minuti di ritardo sono stati richiesti dalla società Napoli per far riscaldare i calciatori”. E’ evidente: ci ritengono tutti bambini scemi e dementi!

Ma veniamo alle ricostruzioni e alle giustificazioni che non tornano.

1) il Ministro Alfano in audizione alla Camera mercoledi 7 Maggio ha cosi detto:”Desidero sottolineare che la scelta di Tor di Quinto come zona di confluenza dei tifosi napoletani appare razionale sotto il profilo della sicurezza. L’area, infatti, utilizzata peraltro già in precedenti occasioni per le stesse finalità, è quella più vicina al settore, la curva nord, riservato alla tifoseria partenopea ed è stata preferita proprio per questo preciso motivo, dovendo i tifosi percorrere un tragitto più breve per raggiungere lo stadio Olimpico. Inoltre, non corrisponde al vero la circostanza secondo cui le frange più accese della tifoseria romanista siano solite gravitare nelle vicinanze di Tor di Quinto”. Evidentemente il ministro Alfano deve essere il ministro degli interni di un Emirato del Medio Oriente e non dell’Italia. Qualunque giornalista romano informato sulle fascisterie sa che a Tor di Quinto gravita un polo aggregativo di nazifascisti con addentellati col tifo più di estrema destra di Roma e Lazio. Ma oltre ai giornalisti, non può non saperlo la Digos e il Ros, se non addirittura i nostri servizi, vista la frequenza nella location di fascisti greci e ungheresi, in cerca di esportare le loro infami influenze dei rispettivi paesi di provenienza ! Ma Angiolino Alfano non sa nulla. O forse fa finta di non sapere nulla, visto che in questi giorni proprio in quell’area di Tor di Quinto, cercando consenso in loco, ci sarà un’iniziativa con la candidata all’europarlamento Roberta Angelilli, che fa parte di quell’ala “nera” del PDL romano confluita proprio nel NCD, proprio il neo partitino di Alfano!

2) I colpi di pistola sparati. La versione più diffusa delle notizie provenienti dalla Polizia è che i colpi siano stati quattro e al quinto la pistola si sarebbe inceppata. Più di uno ha commentato che se la pistola è stata solo una, il killer era iperaddestrato in quanto tutti colpi sono arrivati a bersaglio: due su un napoletano, gli altri due a destinazione con un ferito per colpo! Sono in pochissimi a poter sparare a bersaglio mobile con tanta precisione. Chi ha addestrato il killer così bene e chi ha dato la pistola al killer? Forse i killer piuttosto erano più di uno! E i bossoli? I bossoli possono sparire, inoltre esistono armi da fuoco corte che non sputano bossoli.

3) Le perizie. Una fonte riportata dai giornali ha riferito che Gastone aveva dei guanti. Inoltre il messaggero sostiene con forza l’ipotesi che le braccia di Gastone erano state lavate con un potente getto d’acqua. La prova dello stub in questi casi non è molto efficace! Inoltre non abbiamo letto da nessuna parte che i proiettili estratti dai feriti da parte dei chirurghi siano stati periziati: speriamo che comunque siano stati verificati.

4) Vista la problematicità della situazione sarebbe importante una analisi dei tabulati totali di cella telefonica in quella zona in quelle ore: potrebbero uscire elementi fondamentali oper l’indagine.

5) Di quante persone era composto il kommando in azione contro i tifosi napoletani? La prima versione della Polizia e di Alfano si è sciolta come neve al sole. Gastone infatti non era solo, c’erano ad assisterlo almeno tre persone col casco integrale: fuggiti nel nulla? Non si riesce a trovarli? I tabulati telefonici non danno indicazioni?

6) Gastone, il presunto killer, chi era costui? Gastone, alias Daniele De Santis viene ricordato dai giornali come il protagonista della panzana messa in giro ad arte che durante un Derby romano la Polizia avesse ammazzato in alcuni scontri un bambino. La panzana era evidente ma bloccò allora la disputa del Derby! Solo l’Huffington post ricorda che Gastone “f u accusato anche di aver fatto parte del commando che il 20 novembre ’94, all’esterno dello stadio “Rigamonti” prima della partita Brescia-Roma, accoltellò l’allora vice questore di Brescia Giovanni Selmin, mentre una quindicina di agenti di polizia vennero ricoverati perché aggrediti con asce, bastoni e bombe carta. Secondo l’accusa, la spedizione dei romanisti a Brescia aveva il duplice scopo di far recuperare prestigio e nuovi elementi al gruppo neonazista di Maurizio Boccacci, ex leader del Movimento Politico Occidentale, in crisi dopo lo scioglimento per incitamento all’odio razziale stabilito dal decreto Mancino del ’93, e ricattare la Roma come società che, nei mesi precedenti, aveva fatto venir meno alla tifoseria i vantaggi concessi in modo consistente in precedenza. Ma alla fine De Santis fu assolto per non aver commesso il fatto”. De Santis fu arrestato anche il 22 marzo del ’98 nei pressi dello stadio Romeno Menti, al termine della partita Vicenza-Roma. Con altri tre supporter giallorossi armato di spranghe danneggiò cinque vetture di alcune emittenti parcheggiate nel settore stampa.” Ricordiamo infine l’accusa recente di aver cercato di ricattare i vertici della Roma Calcio! Non abbiamo in questi giorni letto una sola riga di censura dei sindacati di destra della Polizia su Gastone, proprio quei sindacati così urlatori veementi contro i manifestanti dei movimenti. Al più questi sindacati se la sono presa con a’ Carogna, facile cireneo e capro espiatorio.

Intanto una persona giace in ospedale con ferite gravissime e non si capisce niente del tentato omicidio e del suo scenario.

Si parla de ‘a Carogna, si parla di inasprimenti dei DASPO per fatti avvenuti non all’interno dello Stadio, per un ordine pubblico impazzito, mais tout va bien Madame la Marquise : il questore di Roma afferma “Quanto all’ordine pubblico è andato tutto molto bene!”