Si scrive remigrazione, si legge deportazione di massa.
«Come presidente porrò immediatamente fine all’invasione dei migranti in America. Fermeremo tutti i voli dei migranti, metteremo fine a tutti gli ingressi illegali… e riporteremo i migranti illegali di Kamala nei loro Paesi d’origine (nota anche come remigrazione)». La promessa elettorale di Donald Trump, scritta su X a settembre 2024, oggi è una priorità del governo degli Stati Uniti.
Remigrazione è la nuova parola d’ordine intorno alla quale oggi si stringe l’internazionale nera, in Europa e negli Stati Uniti.
Si scrive remigrazione, si legge deportazione di massa.
Il termine, già in uso nel mondo accademico e nello studio dei flussi migratori, viene oggi pescato dall’estrema destra nel tentativo di teorizzare la deportazione di massa di tutti gli “stranieri”, e cioè di tutte le persone non bianche. Spaventosa e naturale conseguenza di anni di teoria dell’invasione.
A introdurre il termine remigrazione nel dibattito sono stati gli esponenti di Alternative für Deutschland quando, il 25 novembre del 2023, si sono riuniti alla Adlon Mansion sul lago Lehnitz a Potsdam, in Germania. Sul lago oltre ai membri del partito populista di destra Afd, c’erano anche esponenti della Cdu, il partito di centrodestra tradizionale, dell’associazione politica conservatrice Werteunion e in generale del movimento identitario di estrema destra. Un evento organizzato proprio con il fine di pianificare la deportazione di massa di alcune parti della popolazione tedesca: richiedenti asilo, stranieri con permesso di residenza e cittadini tedeschi “non assimilati”. È stato l’estremista di destra Martin Sellner, a presentare il piano chiamandolo “remigrazione”. Classe 1989, attivista austriaco di estrema destra, leader e co-fondatore del Movimento identitario d’Austria (nato nel 2012). Sellner è considerato una figura chiave della Neue Rechte germanofona e interno al movimento internazionale alt-right.
Bisogna arrivare fin quaggiù, nelle viscere dell’estremismo xenofobo europeo e statunitense, per cogliere l’avvio della teoria della remigrazione che è riuscita a farsi largo e irrompere oggi nel dibattito pubblico. In Austria, il Partito della libertà ne ha fatto un punto chiave della campagna elettorale, arrivando a chiedere la nomina di un Commissario europeo alla remigrazione. L’AfD della Turingia ha usato la parola sui suoi manifesti elettorali: “Sommer, sonne, remigration”, con sullo sfondo un aereo della compagnia Deportation airline. E così via. In Italia la remigrazione ha fatto il suo ingresso pochi giorni fa, quando il deputato leghista Rossano Sasso l’ha pronunciata in Aula: «Dal Parlamento italiano un messaggio per chi odia l’Italia e viola la legge: remigrazione unica soluzione».
Un orrendo deja-vu che conosciamo grazie al lavoro investigativo di Correctiv, che ha reso noto lo scandalo nel gennaio 2024. Oggi, la politica si fa creando e diffondendo paura e bisogno di sicurezza, abdica al governo delle legittime paure per cavalcarle. Proprio chi dovrebbe contenere la paura finisce per fomentarla, funziona così il mercato della paura: crea problemi invece di soluzioni, cerca capri espiatori e li stigmatizza, è sempre a caccia di nemici. Nel mercato del consenso politico la paura è la merce più preziosa. E in cima alle paure foraggiate nel nostro tempo, su cui certa politica costruisce la propria fortuna, c’è la fantomatica invasione dei migranti, l’invasore assume le sembianze dell’immigrato clandestino. Nemici fabbricati artificialmente ad hoc, a uso e consumo della famelica politica dell’odio e della paura.
L’internazionale dei nazionalisti ha trovato la fiaba dell’orrore adattabile a ognuno: la Nazione minacciata da un’invasione con l’obiettivo di islamizzazione dell’Occidente. Ecco il perché dell’ossessione della famiglia tradizionale, del sostegno alla natalità, della cosiddetta «sostituzione etnica». L’internazionale dei nazionalisti è una contraddizione in termini che ha partorito una fragorosa e spaventosa menzogna.
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