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Repressione più castigo, la scuola di Valditara

Punire e reprimere, a scuola e nelle strade: chi non è conforme è un nemico. C’è un filo nero che unisce il disegno di legge «sicurezza» del ministro Piantedosi e il voto in condotta del ministro Valditara. Il primo provvedimento è a metà strada, il secondo da ieri è legge.

di Luciana Cimino da il manifesto

Si aggiunge un altro tassello al modello di scuola securitario e sovranista della destra imposto a colpi di provvedimenti dal ministro leghista all’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara. È stato approvato ieri in via definitiva dalla Camera (con 154 voti a favore, 97 contrari e sette astenuti) il ddl che riforma il voto in condotta e quello della primaria. Giuseppe Valditara ha disegnato il provvedimento ufficialmente per contrastare il bullismo ma il vero obiettivo del governo è reprimere ogni iniziativa politica o civile degli studenti. Dentro la scuola e fuori, con l’inasprimento delle pene per gli ambientalisti che lottano contro il riscaldamento climatico o il ponte sullo Stretto.

LE NORME APPROVATE ieri, che il ministro vorrebbe introdurre a metà anno scolastico, prevedono il ritorno del voto di condotta in pagella, già dalle scuole medie, e la sua valutazione ai fini della Maturità. Con un’insufficienza lo studente sarà rimandato a settembre con obbligo di recupero in educazione civica e di presentazione di un elaborato sull’educazione civica.

Per quanto riguarda le sospensioni, gli alunni puniti per due giorni dovranno svolgere attività di recupero e produrre un testo sulle conseguenze dei propri comportamenti, in linea con la concezione del ministro sull’umiliazione come «fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità».

Per le sospensioni da tre giorni in su sono previste attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le scuole, come ospedali o case di riposo, scelte da elenchi predisposti da viale Trastevere. Vengono anche introdotte sanzioni pecuniarie, da 500 a 10 mila euro, in caso di aggressioni a docenti e personale scolastico. I soldi raccolti saranno donati poi all’istituto per «riparare il danno di immagine».

PER QUANTO RIGUARDA la scuola primaria, la riforma segna il ritorno dei giudizi sintetici, eliminati solo due anni fa perché ritenuti problematici da pedagogisti ed esperti. «Il ddl Valditara è inefficace – tuona Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil -, propone un’idea di scuola autoritaria che dimentica la propria missione principale di educare, con personale formato e motivato, con strumenti didattici adeguati e tempi scuola distesi».

PER IL SINDACATO, «IL VOTO in condotta e le multe previste dal provvedimento sono quanto di più distante da una reale restituzione agli insegnanti della rilevanza sociale che spetterebbe loro e che deve passare innanzitutto per il riconoscimento economico e per la stabilizzazione dei posti di lavoro».

Per Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, la norma sulla condotta costituisce «un altro pezzetto della riforma silenziosa di Valditara che smonta la scuola di oggi per trasformarla nella scuola di ieri e contro cui sta montando un forte malcontento in tutto il Paese». Avs si dice inoltre preoccupata dalla possibilità data «agli insegnanti di bocciare uno studente: è un mezzucolo per reprimere il dissenso, per silenziare una generazione». Mentre per il M5S si tratta di «educazione punitiva, mentre sarebbe stato molto più utile parlare di aumento degli stipendi dei docenti italiani». Si tratta di un «altro tassello al progetto repressivo del governo, di cui la criminalizzazione degli studenti è la base» per la Rete degli Studenti Medi. «Il voto in condotta diventa uno strumento per punire la partecipazione politica degli studenti – ha commentato il coordinatore nazionale della Rete, Paolo Notarnicola – chi garantisce l’obiettività del giudizio e la libertà di espressione del singolo alunno?».

Il ddl interviene anche sull’insegnamento dell’educazione civica. La «piccola rivoluzione» di cui parla il ministro non è altro che una lista di nozioni per la formazione del «nuovo uomo sovranista»: patria, educazione stradale, educazione finanziaria. Gli verrà altresì insegnato il valore del lavoro e della responsabilità individuale e la «cultura dei doveri» necessaria a rispettare «le regole per una società ordinata». Le linee guide erano state ampiamente contestate alla presentazione e bocciate anche dal Consiglio superiore della Pubblica istruzione.

MENTRE IL PARLAMENTO era chiamato a ratificare le norme sulla condotta, a Torino si vedevano gli effetti delle politiche securitarie della destra: due ragazzi che avevano contestato Valditara mentre interveniva a una conferenza, in rappresentanza degli studenti in presidio fuori la sede, sono stati subito trascinati fuori dalla sala dalle forze dell’ordine e trattenuti per l’identificazione per circa un’ora.

 

 

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