Attentato per finalità terroristiche ed eversione. E’ l’assurda accusa mossa dai pm torinesi a numerosi attivisti No Tav dopo l’assedio al fortino di Maddalena di Chiomonte dello scorso 10 luglio sfociato in una imboscata delle forze di sicurezza e saldatosi con numerosi arresti e denunce.
La procura di Torino questa mattina ha disposto numerose perquisizioni della Digos nelle abitazioni di alcune alcune persone attive nel movimento No tav sia in Val Susa che nel capoluogo piemontese, ed in particolare appartenenti al Comitato di Lotta Popolare. Sarebbero stati perquisiti finora anche i locali dell’Osteria La Credenza di Bussoleno.
E’ la prima volta che, incredibilmente, ad attivisti contrari alla linea ad Alta Velocità tra Torino e Lione viene contestata la violazione dell’articolo 280 comma 1 n.3 cp e 10 e 121. 497/74, con l’accusa di attentato per “finalità terroristiche” o “di eversione” in riferimento al lancio contro il fortino-cantiere di sassi, petardi o bengala durante la serata e la nottata del 10 luglio. Durante le perquisizioni a Torino e in Val Susa, ordinate dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, gli agenti della Digos hanno sequestrato alcuni personal computer e telefoni cellulari.
La retata di stamattina e l’esagerata entità delle accuse rivolte agli attivisti oggetto delle attenzioni della Procura di Torino cozza fortemente con la decisione di pochi giorni fa di scarcerare tutti i manifestanti arrestati la notte del 10 luglio – a tutti comunque sono stati imposti gli arresti domiciliari o l’obbligo di firma – nonché la partecipazione sabato di migliaia di persone alla marcia dei sindaci contrari alla devastazione della Valsusa, a dimostrazione del carattere popolare, trasversale e di massa del movimento che ormai da vent’anni si oppone ad una grande opera inutile, costosa e dannosa.
Intanto questa mattina numerose camionette cariche di poliziotti e carabinieri sono state avvistate dagli attivisti a pochi metri di distanza dal campeggio No Tav in corso a Venaus, in Val di Susa.
da contropiano
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