In tema di immigrazione, se c’è una cosa su cui tutti gli Stati membri sono d’accordo è la repressione. L’ultimo vertice, che si è tenuto in Lussemburgo l’8 e 9 ottobre, tra i ministri dell’Interno dei 28 Stati membri, si è molto concentrato su come “proteggere” le frontiere dell’Unione. L’accordo si è manifestato su un punto: rafforzare Frontex e investire su un corpo di polizia comune, marittimo e terrestre, per il controllo delle frontiere. Le guardie di frontiera sarebbero sotto la diretta responsabilità di Frontex. Hotspot, quote, persino Schengen e Dublino, appaiono ormai come le clausole di un contratto, sullo sfondo di una partita che vede la posta in gioco alzarsi: la creazione di una comune forza di polizia di frontiera. Un mutamento che, naturalmente, necessità di una pesante cessione di sovranità. Vista da questa prospettiva, l’immigrazione sembra il banco di prova per testare la volontà di accettare un tale cambiamento.
Corpo di polizia europea
Per quanto riguarda le “guardie di frontiera” la proposta su cui la Commissione lavorerà è quella sottoposta dal francese Cazeneuve e condivisa dal tedesco de Maiziere e dall’italiano Alfano, e si dovrebbe sviluppa in due fasi: in un primo momento, ogni Paese metta a disposizione di Frontex mezzi e uomini. Così, quando un governo sarà in stato di emergenza, potrà chiedere aiuto a Bruxelles, e Frontex potrà inviare in tempi rapidi le sue pattuglie, terrestri o marittime. Nella fase successiva, poi, le guardie europee dovranno essere in grado di operare autonomamente rispetto alle forze di polizia locale, seppur su richiesta dei governi locali.
Insomma, nel vertice si è sondata la disponibilità dei governi ad accettare un sistema di polizia europeo, unico, che impatta direttamente sulla sovranità nazionale. Il prossimo passo avverrà al vertice dei leader di giovedì prossimo. I passaggi giungeranno a termine entro la fine dell’anno, quando Bruxelles – così promette – presenterà una proposta per estendere il mandato di Frontex e creare una guardia di frontiera e costiera operativa europea. Intanto, Frontex ha già messo un annuncio: 775 persone tra traduttori, personale di sicurezza e sanitario da distribuire principalmente sulle frontiere esterne di Italia e Grecia per gestire il flusso di migranti. La più grande richiesta di personale nella storia di Frontex, ha precisato il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri.
Diplomazia. Premio o multa?
Le divisioni restano sulla strategia da adottare con i Paesi terzi, per lo più africani, per convincerli a riprendersi i loro migranti, quelli che non otterranno nessuna protezione internazionale: se Bruxelles propone un approccio “more for more”, dare più aiuti in cooperazione ai governi collaborativi, c’è un asse che si oppone (Olanda, Belgio, Francia e altri) e si dice più propenso a un meccanismo opposto, “less for less”, per dare meno a chi non collabora. Premio o multa? Anche questo sarà al centro del vertice Ue-Africa, che si terrà a Malta, a novembre.
Tiziana Barillà da Left