Così il 16 marzo 1968, a due settimane dalla battaglia di Valle Giulia, nelle prime ore del mattino, un nutrito gruppo di militanti dell’MSI,guidati dall’allora deputato Giorgio Almirante, tentano un assalto alla facoltà di lettere della Sapienza, con l’intenzione di bloccare l’occupazione portata avanti dagli studenti, che, specialmente dopo gli scontri di Valle Giulia, iniziavano ad assumere posizioni fortemente politicizzate, di chiaro indirizzo comunista ed antifascista.
All’assalto seguirono violenti scontri. Particolarmente intensi furono quelli sotto la facoltà di giurisprudenza, all’interno della quale si erano asserragliati i missini. Gli studenti che cercavano di entrare per cacciare i fascisti forzando gli ingressi ostruiti da mobili e suppellettili vari, venivano fatti bersaglio di un fitto lancio di banchi, cattedre e sedie.
Proprio a causa del lancio di un banco venne ferito uno degli esponenti di spicco del movimento, Oreste Scalzone, che riportò una frattura alla colonna vertebrale. Chiaro l’intento dell’assalto, voluto dai vertici dell’MSI (come conferma la presenza dell’indiscusso dirigente Almirante e di altri deputati e funzionari missini confermare la propria immagine di “partito dell’ordine”. A questi fatti, in tutta Italia, seguirono numerosi episodi nella quale il chiaro obiettivo era quello di cacciare MSI e FUAN dalle università, ribadendo la posizione antifascista che il movimento aveva assunto. (da infoaut)
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