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Roma 17 febbraio 1977: La cacciata di Lama dall’Università

Gli studenti contestano il comizio tenuto all’interno dell’Università da Luciano Lama, presentatosi con un seguito di militanti sindacali e del Pci.

Gli «indiani metropolitani» accolgono il segretario fenerale della Cgil con  un pupazzone di cartapesta molto alto pieno di tanti slogan ironici: «Più lavoro meno salario»; «Lama è mio e lo gestisco io»; «Vogliamo un affitto proletario il 100% del salario» .

Il camion del comizio sindacale viene circondato da un servizio d’ordine di un centinaio di persone del Pci. A qualche metro di distanza tutti gli altri: studenti, lavoratori, tra i due schieramenti  una «terra di nessuno» tenuta sgombra grazie a una fila di servizio d’ordine del movimento che cercava di evitare il contatto col servizio d’ordine di Lama, cinque-sei metri indietro c’era il pupazzone con intorno gli indiani metropolitani la cui consistenza numerica andava man mano aumentando.  «È ora, è ora: miseria a chi lavora»; «Potere padronale»; «Andreotti è rosso Fanfani lo sarà»; «Più baracche meno case». Poi arrivò un lancio di palloncini ripieni di colore verso il camion.

I militanti del servizio d’ordine di Lama impugnarono gli estintori e si lanciarono contro le prime fila del servizio d’ordine del movimento che a stento riuscivano a trattenere quanti premevano indignati. Il cordone del movimento cedette consentendo agli «indiani» di partire alla controffensiva e arrivare a contatto con gli aggressori. Dietro c’erano tutti gli altri. A quel punto il parapiglia fu inevitabile. Il movimento incalzò il servizio d’ordine sindacale che arretrò fino ad    obbligare il segretario generale della Cgil ad abbandonare l’ateneo con i suoi seguaci. In una successiva assemblea, gli studenti approvano una mozione di condanna verso l’atteggiamento “provocatorio” di Lama e del servizio d’ordine, che escludeva il confronto. Il rettore chiede l’intervento della polizia che, in tardo pomeriggio, sgombera l’Università. Il bilancio finale degli scontri è di 50 feriti.

 

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