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Roma: Aggressione fascista al circolo Mario Mieli

Dalla segreteria del Mario Mieli l’ingresso alla struttura, a due passi dalla Basilica di S.Paolo, non si vede. Una planimetria un po’ bizzarra la relega in fondo a un labirinto di corridoi. I sei-sette soci – presenti verso le sei del pomeriggio nello storico circolo di cultura omosessuale romano – si sono accorti del raid solo dai rumori, mentre discutevano del prossimo Pride. Racconta a Liberazione Andrea Berardicurti, della segreteria politica del Mieli, che altre 40 persone erano tra il salone grande e lo studio del servizio di supporto psicologico. Quando sono accorsi nell’atrio hanno visto 10-15 ragazzi, non più di 25 anni, che rovesciavano divano, scrivania, estintore, materiale informativo. Più o meno vestiti uguali, qualcuno con il cappuccio tirato su. Evidentemente hanno trovato il cancello aperto, lo stesso dal quale sono usciti pochi secondi dopo gridando «Froci di merda», «Tutti nei campi di sterminio». Al 113 cadeva ripetutamente la linea: i 10-15 hanno inneggiato indisturbati al loro duce anche fuori dalla struttura assegnata a questa e altre ong ai tempi di Rutelli che ieri è tornato nella sede con il presidente del municipio Andrea Catarci e il segretario del Prc romano, Massimiliano Smeriglio. Molto spesso, i volontari del Mario Mieli hanno trovato scritte fuori dalla sede, tipo “froci al rogo” o svastiche ma mai era avvenuta un’irruzione in piena regola. Berardicurti non crede alla goliardata. Sembra un assaggio di quello che potrebbe capitare se anche a Roma vincesse il Pdl coi suoi alleati più intolleranti e violenti. «Non è un episodio isolato di teppismo e squadrismo – dirà Franco Giordano, segretario del Prc – ma il frutto avvelenato di una cultura intollerante sempre più diffusa e delle assordanti campagne della destra contro ogni manifestazione di diversità». «Omofobi e neofascisti festeggiano così la vittoria della destra?», si chiede anche Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, invocando una risposta ferma della società civile.