Roma: Al liceo Plinio è vietato manifestare per la Palestina
- novembre 05, 2024
- in lotte sociali
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Nei giorni scorsi gli studenti del liceo Plinio di Roma hanno calato striscioni contro il genocidio in Palestina e si sono trovati l’ira della preside: “Non si parla di queste cose dentro scuola”
di Beatrice Tominic da Fanpage
“Non si fa politica a scuola“. Sembra un’opinione diffusa fra i e le dirigenti scolastiche dei licei della capitale che, questo autunno, lo stanno ripetendo spesso. Dopo il caso scoppiato al liceo Righi, emerge quello del Plinio Seniore, denunciato dal corpo studentesco e dal Collettivo 20 Novembre.
“La preside ci ha detto che non si fa politica a scuola – spiegano i rappresentanti d’istituto – Ma soprattutto che non si deve prendere posizione sul conflitto in Palestina: dire stop al genocidio, secondo lei, è polarizzante“.
Tutto è cominciato giovedì 10 ottobre 2024, quando si è tenuta la prima assemblea d’istituto. “Come ogni anno abbiamo allestito il cortile con i cartelloni e gli striscioni delle manifestazioni passate, lo abbiamo sempre fatto. Stavolta, però, qualcosa non è andato come pensavamo – continuano a spiegare – In breve tempo è arrivata una collaboratrice scolastica e ci ha fermati, dicendo che aveva ricevuto l’ordine dalla preside di chiamare i carabinieri se fossero stati esposti striscioni sulla Palestina“.
Lo striscione è stato appeso comunque e i carabinieri non sono arrivati. Il lunedì successivo i rappresentanti d’istituto sono stati convocati dalla preside: “Ci ha chiamato per un concerto che non era stato autorizzato. Ma a quel punto siamo stati noi a chiederle spiegazioni in merito allo striscione sulla Palestina, in cui chiedevamo lo stop al genocidio, e alla minaccia di chiamare i carabinieri. Ma ci ha subito interrotto: non era presente la collaboratrice scolastica con cui avevamo parlato, non potevamo discuterne. E senza alcuna smentita sulla possibilità di avvertire i carabinieri, ci ha spiegato che non si potevano attaccare gli striscioni durante le assemblee senza autorizzazione“.
Eppure, sottolineano i rappresentanti, sono anni che allestiamo il cortile per i nostri incontri. “È stato così per i progetti scolastici e anche per quelli che si riferiscono al Plinio transfemminista. Abbiamo pensato che a dare fastidio fosse prendere posizione sulla questione palestinese – ricordano – Ci ha liquidato con un Non si può perché questa è una scuola e non si fa politica. Ci ha detto che essere pro Palestina implicava anche un implicito essere contro Israele, che sarebbe stato polarizzante e che era infattibile per il Plinio. Ma nel nostro striscione c’era soltanto lo stop allo sterminio“.
La questione dello striscione, però, non è stato l’unico intoppo dell’ultimo mese. “Le prime avvisaglie risalgono allo scorso maggio, durante un banchetto per raccogliere fondi per i rifugiati: non si poteva fare perché avremmo dovuto allestirne uno anche per Israele”, ripensano i rappresentanti.
“A seguito del primo episodio di quest’anno, invece, dopo una lunga corrispondenza via email, siamo stati nuovamente ricevuti da preside e vicepreside, che hanno giudicato la parola genocidio sugli striscioni come un dato opinabile – continuano a raccontare – Insomma, ci è sembrato che si trattasse di un tema politico: il Governo non si è schierato sulla questione e non può farlo neanche la scuola“.
Problemi per gli studenti anche quando hanno deciso di raccogliere le firme per la petizione lanciata dalla Rete degli Studenti Medi, in cui si chiede alla scuola di riconoscere lo sterminio in atto nei confronti del popolo palestinese e di impegnarsi, da un lato a non stringere accordi con aziende impegnate nel settore bellico e dall’altro, a costruire percorsi di educazione alla pace: “Anche in questo caso è arrivato un no dalla presidenza, un ennesimo atto di repressione. Se raccogliete le firme da un lato, dovete farlo anche dall’altro, ci è stato detto, per rispettare chi magari non è d’accordo con questo messaggio – hanno poi concluso i rappresentanti del Plinio – La preside ha poi ribadito, ancora una volta, che al Plinio non si fa politica”. Ma il corpo studentesco non desiste: “Continueremo a batterci per una scuola antifascista e antisionista“.
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