Giovedi 27 settembre, con un blitz infame, senza preavvisare i compagni e le compagne, la Regione Lazio, proprietaria della casa in cui era in affitto da oltre 40 anni Carla Verbano, ha mandato una squadra di operai che ha blindato la porta con degli infissi laterali di ferro (ma non l’hanno sradicata e non hanno alzato nessun muro esterno così come si era temuto in un primo momento)
Incredibilmente gli operai hanno buttato letteralmente sul pianerottolo il divano sul quale è morto Valerio Verbano, giovane militante di Autonomia Operaia assassinato da un commando fascista il 22 febbraio del 1980.
…Per fortuna il divano è stato recuperato da alcuni compagni e “messo al sicuro”.
L’appartamento era rimasto vuoto da quando Carla Verbano, dopo una lunga malattia – ed una infinita battaglia per scoprire la verità sulla morte di suo figlio Valerio – è venuta a mancare il 5 giugno di quest’anno.
L’appartamento di Via di Monte Bianco appartiene ad un ente e pare che l’intenzione sia quella di venderlo al più presto.
Per scongiurare questa ipotesi collettivi territoriali e centri sociali, insieme ai compagni di Valerio Verbano e a coloro che in questi anni avevano lavorato con Carla Verbano, avevano inviato prima dell’estate un fax alla governatrice Renata Polverini e all’assessore al Patrimonio alla Pisana per chiedere che la casa venisse affidata a loro. Con l”obiettivo di trasformarla in una un’associazione per la memoria.
Ma dalla Regione nessuna risposta, nonostante continue sollecitazioni a funzionari e assessori competenti.
“Non sarà certo la vendita dell’appartamento dei Verbano a risanare le casse della regione – denunciano a Repubblica alcuni attivisti delle reti sociali del IV municipio – Per questo chiediamo che diventi un patrimonio collettivo. E’ un luogo troppo importante per essere svenduto”.
A meno che – e sembra probabile viste le frequentazioni giovanili e recenti della classe dirigente della destra che governa regione e comune, non si voglia cancellare la stessa memoria di quanto è accaduto in quella casa di Montesacro.
Per oggi sulla vicenda è indetta una riunione cittadina all’Astra, in Via Capraia, a partire dalle 19
…Per fortuna il divano è stato recuperato da alcuni compagni e “messo al sicuro”.
L’appartamento era rimasto vuoto da quando Carla Verbano, dopo una lunga malattia – ed una infinita battaglia per scoprire la verità sulla morte di suo figlio Valerio – è venuta a mancare il 5 giugno di quest’anno.
L’appartamento di Via di Monte Bianco appartiene ad un ente e pare che l’intenzione sia quella di venderlo al più presto.
Per scongiurare questa ipotesi collettivi territoriali e centri sociali, insieme ai compagni di Valerio Verbano e a coloro che in questi anni avevano lavorato con Carla Verbano, avevano inviato prima dell’estate un fax alla governatrice Renata Polverini e all’assessore al Patrimonio alla Pisana per chiedere che la casa venisse affidata a loro. Con l”obiettivo di trasformarla in una un’associazione per la memoria.
Ma dalla Regione nessuna risposta, nonostante continue sollecitazioni a funzionari e assessori competenti.
“Non sarà certo la vendita dell’appartamento dei Verbano a risanare le casse della regione – denunciano a Repubblica alcuni attivisti delle reti sociali del IV municipio – Per questo chiediamo che diventi un patrimonio collettivo. E’ un luogo troppo importante per essere svenduto”.
A meno che – e sembra probabile viste le frequentazioni giovanili e recenti della classe dirigente della destra che governa regione e comune, non si voglia cancellare la stessa memoria di quanto è accaduto in quella casa di Montesacro.
Per oggi sulla vicenda è indetta una riunione cittadina all’Astra, in Via Capraia, a partire dalle 19
fonte: contropiano
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