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Roma: Contestata Gelmini. La Polizia identifica i contestatori.

Come assumerete gli insegnanti?» protesta un gruppo di sissini, parola orribile che deriva da Ssis, la scuola biennale di specializzazione per accedere alla cattedra, ora chiusa lasciando a piedi migliaia di aspiranti docenti delle medie e delle superiori. Ricercatori, studenti e precari fischiano, interrompono la ministra. La contestazione non piace alle forze dell’ordine presenti in sala, che chiedono immediatamente i documenti ai ribelli. Più tardi l’Unione degli Studenti condannerà la durezza degli agenti di fronte ad un dissenso «del tutto pacifico e democratico», mentre il Pd bolla l’episodio come «intimidatorio» Gelmini continua: «Le spese sono aumentate del 30% negli ultimi anni, e io non sarò complice dell’aumento del numero dei precari che poi dovranno comunque un giorno lasciare la scuola». Nei giorni scorsi la ministra aveva proposto di trovare un nuovo lavoro ai precari magari impiegandoli come guide turistiche, ora Amato ricorda che gli uffici delle Questure hanno bisogno di personale per smaltire le centinaia di migliaia di permessi di soggiorno dei cittadini immigrati. All’inizio della presentazione il coro a cappella del liceo aveva intonato l’inno nazionale, e su richiesta del preside tutta la sala si era alzata in piedi. Nel parterre giovani di destra applaudono spellandosi le mani, il Giornale infilato nei jeans larghi. Scuola modello, il Newton. Rigorosa e aperta ai giovani: murales coloratissimi fatti dagli studenti indicano l’ascensore, l’aula magna, la toilette. Oasi felice a pochi passi dalla sede dei Cobas, l’istituto consegna cartelle stampa firmate Deutsch Bank e una interessante guida all’uso del liceo: corsi di aggiornamento per i docenti sul contenimento e le regole da dare agli adolescenti, chiarimenti sul voto in condotta e l’avvertimento che le unità cinofile potrebbero piombare in cortile per scovare sostanze stupefacenti. Il decreto legge sul maestro unico è arrivato in commissione Cultura della Camera, Gelmini si augura che «la scuola rimanga fuori dalle ideologie» e che il Partito democratico scelga responsabilmente di discutere sull’istruzione italiana senza preconcetti né barricate: «Alcuni sindacati contestano il piano programmatico prima ancora di conoscerlo, non l’ho ancora presentato». Poi tira fuori dal cilindro una nuova idea per gli insegnanti, la Carta d’Oro per entrare gratuitamente alle mostre o al museo magari con l’aiuto finanziario delle banche, «non ci sarebbe niente di male» spiega la ministra. «Dateci la tessera della povertà» contestano in fondo all’aula. «La qualità non si costruisce con la Carta d’Oro» spiega Paola De Meo, maestra nella scuola elementare capofila della protesta nazionale contro il maestro unico, la “Iqbal Masik”, drappi neri alle finestre e un corpo docente arrabbiatissimo: «Dalla ministra volevamo prima il piano programmatico, e non un decreto legge».Gelmini non si scosta dalla linea retta e assicura che «non servono tre maestri, ne basta uno», i fischi aumentano a dismisura e lei parla scandendo le parole: «Con i due maestri in esubero estenderemo il tempo pieno» ma gli insegnanti presenti vorrebbero sapere come, visto che il governo ha deciso di stringere la cinghia sulla scuola e la stessa responsabile di viale Trastevere ammette che purtroppo i fondi non ci sono. Nonostante gli sgorzi di Amato che auspica il dialogo, il calendario autunnale delle contestazioni si arricchisce di una data, 17 ottobre, quando gli insegnanti del Gilda convocheranno una manifestazione davanti a Montecitorio.Sulla parete del corridoio qualcuno ha appeso una poesia di Borges: «Se potessi vivere nuovamente la mia vita, nella prossima cercherei di commettere più errori».