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Roma: ennesima aggressione razzista, bengalese pestato

Scritte antisemite sui muri della tangenziale. Richieste di tutto punto inoltrate all’Acea per chiedere, si pensi un po’, di vietare l’acqua ai bambini rom. Sì, proprio così, e a chiudere le fontanelle del IV municipio è stato niente di meno che il presidente dello stesso: Cristiano Bonelli, An, ex Fronte della gioventù. Senza parlare dei pestaggi veri e propri che da qualche mese a questa parte si registrano con cadenza quotidiana per le strade della capitale. L’ultimo è capitato proprio ieri a Tor Bella Monaca, in via Ferdinando Quaglia. Il quartiere è ormai tristemente noto anche perché solo due settimane fa, in via Duilio Cambellotti, alla fermata del bus, sei bulli, tutti minorenni, colpirono al volto con un pugno un cinese che aspettava l’autobus. Ieri è accaduto qualcosa di più grave con la stessa accanita ferocia e, appunto, razzismo ai danni del giovane bengalese pestato. Questo il suo racconto: «Uno dei giovani (erano in quattro, ndr) ha preso in mano uno dei miei anelli, se ne stava andando senza pagarlo, gli ho chiesto di ridarmelo, ma lui è tornato indietro e mi ha preso un secondo anello. Quando ho tentato di fare resistenza, con l’aiuto di altri tre, ha cominciato a darmi dei pugni». Pugni al braccio, al volto, calci sulle gambe tanto da riservare al malcapitato ben quindici giorni di prognosi riservata. Se a questi fatti si aggiunge il proposito del ministro Gelmini di metter sù le classi separate per stranieri – da vero apartheid – non può, infine, che sorgere spontanea la domanda: come fa Schifani a dire che l’Italia non sia diventato ormai un paese razzista in piena regola? «Una volta – replica il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti – si diceva, se vuoi la pace, prepara la pace. Di fronte a questo ennesimo segnale mi verrebbe da dire che la condanna di atti di intolleranza è addirittura ipocrita se tutti non comprendono che il razzismo si sconfigge solo con la coerenza dei comportamenti con l’efficacia di una nuova cultura». Proprio martedì, a fronte di questa preoccupazione, la provincia di Roma ha deciso di scendere in campo proclamando a Palazzo Valentini la prima giornata dedicata alla lotta al razzismo e a tutte le forme di intolleranza nei confronti del prossimo. Razzismo che, per il presidente Schifani, come detto, semplicemente non esiste. «Il nostro paese – ha dichiarato la seconda carica dello Stato- non è razzista», ricordando che anche a lui destò preoccupazione quella foto – terribile – della donna nigeriana apparsa sui giornali, a terra, quasi nuda, nella caserma dei Vigili urbani a Parma. Ma, appunto, continua Schifani, «il nostro Paese non è razzista». Su questo concorda anche Mariastella Gelmini per la quale le classi di «inserimento» per i bambini immigrati «non sono un problema di razzismo, ma solo didattico». Anzi, addirittura, agevolano «l’integrazione». Parole da ministro dell’Istruzione.