Repressione degli studenti e brutti voti perfino in religione. Aumenta l’abbandono in un liceo storico della Capitale
Studenti in fuga dal Tasso, un tempo tra i più prestigiosi licei della Capitale. Sfiora la surrealtà la spiegazione della preside: «Colpa dell’occupazione». Davvero è così? Abbiamo già conosciuto recentemente gli studenti e le studentesse del Liceo Tasso di Roma.
Da due anni costoro sono oggetto dell’attenzione di scritte naziste di minaccia ma anche di aggressioni “nere”, anche all’interno dell’istituto, da parte di aggressori esterni.
Nello scorso novembre, l’ultima tornata romana di occupazioni liceali, l’occupazione del Tasso è stata profondamente osteggiata dalla Preside Maria Letizia Terrinoni, quasi che l’occupazione del “suo” Liceo fosse l’unica (e invece erano decine) occupazione romana. Non solo: la Preside fece pressioni con stizza per uno sgombero forzoso da parte della Questura che invece le rifiutò le esigenze di ordine pubblico; inoltre, bollò con feroci critiche di copertura di attività illegali le personalità esterne partecipanti come docenti ai seminari nel Liceo occupato. Tra le tante personalità intervenute ricordiamo Epifani e Rodotà, che probabilmente conosce il diritto della legalità costituzionale un po’ meglio della Preside Terrinoni.
I ragazzi del Tasso, dopo una settimana di occupazione, lasciarono l’istituto, senza incidenti o alcun danno, anzi, con una pulizia e una igiene, assolutamente innovativi rispetto alla quotidianità della scuola.
Da novembre ad oggi dagli studenti c’è arrivata notizia di una morsa repressiva continua non attuata con lo strumento disciplinare delle sospensioni, facilmente ricorribili e annullabili, ma attraverso quello più sottile dell’abbassamento dei voti, compreso quello di condotta, di interrogazioni a mitraglia e della limitazione forte dei diritti.
Poi nelle cronache romane di un quotidiano romano è apparso un vistoso articolo sull’abbandono consistente di numerosi studenti del Tasso verso altri licei, stufi ormai delle vessazioni e dell’andazzo quotidiano.
Abbiamo ripreso i contatti con gli studenti e ne esce un quadro desolante (i nomi sono artefatti per impedire ulteriori rappresaglie). Angelica riferisce che in due classi ritenute “sovversive” sono stati “abbassati i voti di uno o due punti in condotta a tutta la classe. Tutto ciò in assenza di provvedimenti disciplinari o note a carico di nessuno; tra l’altro l’abbassamento del voto c’è stato anche a carico di “ragazzi conservatori che non avevano minimamente partecipato all’occupazione!”
Ettore ci dice che il Tasso è diventato a Roma l’unico istituto dove sono comparse un buon numero di insufficienze in Religione: una novità assoluta. Anzi, Ettore ci fa sapere che un ragazzo iscritto all’insegnamento di religione dai genitori, una volta divenuto maggiorenne e avendo preso l’insufficienza in religione, ha chiesto “alla Preside di essere esonerato”, ottenendone il diniego più assoluto. Come in un regime talebano strenuamente si combatte l’apostasia.
Tommaso ci parla invece di logiche di valutazioni didattiche completamente fuori del seminato. Tommaso ci dice “alcuni professori anche nel passato hanno avuto valutazioni strane, ma alcuni ragazzi, cambiato Liceo, frequentando un’altra scuola pubblica, hanno avuti i voti alzati anche di tre punti a materia!”. Tommaso ci tiene comunque a precisare che dopo l’occupazione le stranezze di valutazione sono cresciute a dismisura; Tommaso commenta alla fine ” perché nessun giudice o ispettore fa parlare i professori sulle pressioni avute sull’indurimento dei voti o dei giudizi? Siamo delusi, non c’è legge; chi li protegge?”
Ma il massimo della falsificazione e della disinformazia di stile brezneviano avviene con la dichiarazione della preside Terrinoni al quotidiano romano di cui sopra: ma per Terrinoni fughe e brutti voti hanno una causa precisa “l’occupazione è stata devastante. Persi stupidamente 25 giorni di scuola”. A parte il discutibile rapporto di causa/effetto dei voti “brutti”con l’occupazione, non sappiamo quale calendario azteco o di setta segua la dirigente del Tasso Terrinoni per arrivare a “25 giorni” attribuibili all’occupazione, che è durata notoriamente una settimana (aggiungendo 1 giorno di pulizie si arriva al massimo a 8 giorni). Comunque appare pervicacemente perseguito il tentativo di indurre i genitori degli studenti del Tasso a credere che la colpa dei brutti voti non è ascrivibile alla pessima qualità delle docenze, al fallimento amministrativo/gestionale e alla spirale repressiva ma piuttosto ai “sovversivi” che hanno occupato il Liceo Tasso.
Ma c’è qualcos’altro che bolle in pentola al liceo Tasso.
I bilanci dei lauti contributi scolastici “volontari” pari a 100€ a studente, per un totale ragguardevole di 100.000€, non sono, a dir poco, trasparenti: nessuno riesce a sapere come vengono spesi in quanto la rigorosissima Preside Terinoni si ritiene in questo ambito”legibus soluta”.
Infine più di un insegnante romano sindacalizzato in pensione (mal si comprende perché non parla piuttosto qualche professore cinquantenne in servizio) si ricorda di un episodio scandalo del 1997 avvenuto presso il Liceo Artistico di Via di Ripetta, il cui Preside era una certa Maria Letizia Terrinoni: difficilmente un’omonimia! In un presunto stupro di un diciassettenne nei confronti di una quattordicenne all’interno della scuola, la allora Preside Terrinoni colpì con sospensione/allontanamento ambedue gli studenti, quindi anche la presunta ragazza violentata, per avere infangato il buon nome del Liceo Artistico.
Barone di Leutrum
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