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Roma: Nuovi sgomberi contro le occupazioni abitative

E’ già arrivata la polizia questa mattina all’occupazione di una ex scuola a Tor Carbone. Ieri era stata occupata dalle famiglie senza casa duramente sgomberate la settimana scorsa alla Montagnola. Le famiglie sgomberate hanno dormito per quasi una settimana, in una tendopoli allestita presso la sede dell’ VIII municipio. Si tratta di circa 200 nuclei familiari con decine di bambini. Di fronte all’inerzia delle istituzioni locali e di fronte ad un governo che vuole deliberatamente trasformare affrontare le questioni sociali in problemi di ordine pubblico , ieri avevano occupato una ex scuola abbandonata in via di Tor Carbone sempre nell’ VIII Municipio. L’occupazione di un edificio di proprietà di Roma Capitale dimostra che le soluzioni, qualche volta sono a portata di mano, basta mettere in campo le necessaria volontà politica.

In un altro quadrante di Roma intanto la polizia si è ripresentata questa mattina intorno alle 9 sotto gli stabili occupati in via delle Acacie (la ex scuola Vespucci a Centocelle) e alla ex Hertz (zona Tuscolana) per sgomberare nuovamente le famiglie già sgomberate lo scorso 19 marzo. Quel giorno, dopo lo sgombero, le faniglie erano state fatte rientrare in serata per la mediazione del Comune che aveva chiesto alla magistratura il dissequestro degli stabili, per riuscire a trovare, nel giro di poche ore, una sistemazione per centinaia di persone in emergenza abitativa organizzate dal Comitato popolare di lotta per la casa, al centro di un’inchiesta per presunte minacce ed estorsioni. Oggi però è arrivato il nuovo ordine di sgomberare i palazzi occupati in via delle Acacie a Centocelle e l’ex scuola Hertz sulla Tuscolana.

Il clima nella Capitale si sta facendo molto pesante. Ormai la polizia interviene sistematicamente e rapidamente in ogni luogo occupato e spesso sgombera violentamente come accaduto la settimana scorsa alla Montagnola o quella ancora prima all’occupazione dello studentato “Godot”. Emblematico quello che un funzionario di polizia in quellaoccasione ha gridato ai ragazzi seduti per terra che si erano rifugiati sul terrazzo facendo resistenza passiva. “Lo sapete, non ci sono condizioni, non c’è trattativa, dovete uscire e basta!”. E quando sii oppone un minimo o massimo di resistenza volano le manganellate e le teste rotte. Il Comune più che protagonista appare un attore del tutto subalterno ai diktat delle autorità di polizia. L’emergenza abitativa rimane, anzi aumenta, ma le uniche misure che le istituzioni sembrano voler adottare sono quelle “deterrenti”: guai a toccare immobili o edifici lasciati vuoti per mettersi un tetto sulla testa. Piuttosto vengono lasciti marcire e degradare (gli edifici) per tutelare gli interessi proprietari, pubblici o privati che siano. Al contrario poco importa se è la gente che viene lasciata marcire o degradare in mezzo alla strada.

da contropiano

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