Menu

Roma: Prosegue al Pigneto la guerra ai poveri dello sceriffo Gabrielli

Tutto oggi al Pigneto (nel quadrante est di Roma) viene messo a profitto, a partire dalla vita del quartiere che pian piano viene svuotata dalle relazioni che la rendevano viva e viene resa folklore e merce da rivendere; nel famoso quartiere di Pasolini la cultura diventa intrattenimento e l’arte abbellimento delle pareti di questo grande centro commerciale all’aria aperta.
Con l’inaugurazione dell’isola pedonale è evidente il disegno di “riqualificazione urbanistica”: le licenze per i locali della movida notturna sono prolificate nonostante fosse stato promesso il contrario. I vecchi artigiani e abitanti sono stati da tempo allontanati con l’aumento degli affitti.

Le previsioni di flussi di persone in aumento su questo territorio, grazie anche alla nuova metro C e ai progetti di strade ad alto scorrimento, hanno reso appetibile a palazzinari e speculatori ogni centimetro quadrato.

Un’amministrazione pavida quando non compromessa, finge di non sapere che intere aree verdi vincolate sul piano regolatore, vengono devastate e ricoperte di cemento.
È il caso di via Acqua Bullicante dove un’area verde sta per diventare un supermercato LIDL o dell’ex SNIA-Viscosa dove il costruttore Pulcini (tra gli arrestati di mafia Capitale) avrebbe realizzato residence e parcheggi, se anni di lotte del quartiere non ne avessero smascherato e impedito le mire distruttive. Stessa sorte per il CineTeatro Preneste sgomberato a giugno dopo che per 5 anni ha impedito di fatto di realizzare il progetto di area commerciale della famiglia Longobardi (quota PD)

Nell’area pedonale, pronta ai lauti incassi, rimangono a infastidire i ricchi clienti quelle presenze migranti che da più di vent’anni vivono integrate nel quartiere e impediscono a quell’intrattenimento chic senz’anima di realizzarsi senza poveracci attorno.

E’ in quest’ottica che è da leggere l’attacco ai venditori ambulanti di via Campobasso oggi sgomberati da un appartamento in cui pagavano regolarmente l’affitto.

Un’operazione in cui il magistrato Cipolla ha sostenuto che l’appartamento fosse in realtà un capannone industriale (?!) adibito alla produzione su larga scala di merce contraffatta, utilizzando a pretesto per il sequestro la presenza di due macchine da cucire.

Un’operazione di simile portata diviene ancora più surreale, e forse persino intimidatoria, nel momento in cui, dopo che da mesi viene denunciata la connivenza fra le istituzioni ed i meccanismi del narcotraffico, si decide di colpire esclusivamente la comunità senegalese, che più di tutte, da anni, partecipa da protagonista proprio alle mobilitazioni del quartiere per la qualità della vita e contro la messa al profitto del territorio.

Con l’aiuto degli avvocati del comitato di quartiere la scorsa primavera venne presentato un ricorso che però oggi è stato rigettato con il solito esagerato dispiegamento di finanza e polizia pronti a picchiare l’atto di ribellione durante lo sgombero di un ragazzo senegalese.

Alle 9 di questa mattina, mentre nello stesso quadrante due sfratti di famiglie morose venivano respinti, 15 ragazzi sono stati buttati in strada dal prefetto Gabrielli la cui priorità sembra essere quella di far scomparire sotto i manganelli tutti i poveri della città in vista del Giubileo.

A sfidare i divieti a manifestare in città imposti ultimamente dallo sceriffo inizieranno gli studenti che il 2 ottobre saranno in piazza contro la #BuonaScuola. Nel pomeriggio dello stesso giorno continueranno le periferie con una marcia che partirà dal Colosseo. Sabato 3 saranno invece gli abitanti del quadrante est a tornare in piazza contro il progetto LIDL.

da Progetto Degage – Casaxtutti