Menu

Roma: Si proteggono i fascisti e si denunciano gli antifascisti

“Ormai in questo Paese siamo arrivati all’assurdo. Da una parte è diventato quasi normale esibire simboli fascisti o nazisti o fare pubblicamente il saluto romano, anche se esistono precise norme che vietano e sanzionano pesantemente tali comportamenti, dall’altra si può rischiare di essere denunciati e condannati se si intonano canzoni come “Bella ciao” per contestare iniziative che fanno esplicitamente apologia di fascismo. E’ successo qualche giorno fa nel Molise, con l’eclatante caso dei sette militanti antifascisti che sono stati condannati dal Tribunale di Isernia ad un settimana di carcere, convertita poi in una multa di 1.350 euro a testa, per aver intonato “Bella ciao” e slogan antifascisti durante un’iniziativa pubblica di CasaPound, ma un caso non dissimile rischia di accadere anche a Roma, proprio in questi giorni”. E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII.
“Infatti, espletate le indagini preliminari – continua Barbera – sarebbe al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione di un attivista antifascista denunciato dalle forze dell’ordine per “manifestazione non autorizzata”, in concorso con altre 250 persone rimaste però “sconosciute”, che avrebbero avuto il grave torto di intonare slogan antifascisti per protestare contro una manifestazione che si teneva a poche centinaia di metri, caratterizzata, come ogni anno dal 1978, dall’esibizione, provocatoria e pubblica, di simboli e saluti fascisti. Parliamo della manifestazione organizzata dall’estrema destra e da quella istituzionale, come ogni anno, anche il 7 gennaio scorso per ricordare l’uccisione, avvenuta nel 1978, di alcuni militanti dell’allora Msi nella loro sezione di Via di Acca Larentia. Manifestazione che, come sempre, si è trasforma in una occasione per fare sfoggio di simboli fascisti e saluti romani che sono stati anche immortalati nelle foto pubblicate, in bella mostra, nelle pagine della cronaca romana di alcuni noti quotidiani nazionali il giorno successivo”.

“La cosa grave e che lascia molto perplessi – conclude Barbera – è che, a differenza del reato di “manifestazione non autorizzata” contestato al militante antifascista sulla base di un vecchio regio decreto emanato proprio durante il fascismo, gli autori dei saluti romani e dell’esibizione di simboli fascisti, comportamenti penalmente perseguibili e sicuramente più gravi di quello di “manifestazione non autorizzata”, non sarebbero stati identificati e segnalati all’autorità giudiziaria, come avrebbe dovuto essere per legge. Insomma un paradosso di cui qualcuno dovrebbe dare, per lo meno, spiegazioni. Nel frattempo esprimiamo la nostra piena solidarietà e il nostro sostegno al militante denunciato, auspicando che il magistrato tenga in considerazione tutto ciò”.