Salva migrante incinta in mezzo alla neve: guida alpina francese incriminata
Il soccorso a 1.900 metri di quota sul Monginevro. Portata a valle in preda alle doglie, la donna ha partorito in ospedale ma l’uomo che l’ha aiutata rischia 5 anni di carcere per immigrazione clandestina. La nuova rotta dei migranti tra la neve.
Una guida alpina francese è stata messa sotto inchiesta dalla magistratura di Briançon per aver soccorso una donna migrante, incinta all’ottavo mese, che assieme alla sua famiglia stava tentando di attraversare il confine tra Italia e Francia. La donna è stata soccorsa a 1.900 metri di altitudine nei pressi del passo del Monginevro, ha dato alla luce un bimbo poche ore dopo essere stata soccorsa e la guida alpina ha probabilmente salvato la vita a lei e al piccolo. Ma la linea tenuta dalla magistratura francese è molto intransigente e il soccorritore rischia una pena fino a 5 anni di carcere per traffico di esseri umani.
Anche 30 passaggi al giorno
L’episodio è avvenuto all’inizio della settimana, è stato reso noto da alcune associazioni umanitarie e rilanciato dalla stampa d’Oltralpe dove l’episodio ha suscitato vasta eco. Benoit Duclos, questo il nome della guida alpina, fa parte del gruppo «Refuge solidaiere»: da tempo i volontari della zona di montagna a cavallo del Piemonte e della Savoia sono impegnati in operazioni di soccorso; i migranti respinti alla frontiera di Ventimiglia si avventurano sempre più spasso lungo i passi e i sentieri ad alta quota, incuranti delle condizioni climatiche, senza la minima conoscenza di quello a cui vanno incontro ma determinati a raggiungere la Francia. Le autorità segnalano che vengono rintracciati fino a 20-30 stranieri al giorno che tentano il passaggio illegale tra Italia e Francia.
L’avvistamento e la corsa in ospedale
Benoit Duclois si trovava con alcuni volontari nella zona tra il Monginevro e Claviere quando ha avvistato mentre arrancava nella neve alta un gruppo di persone. Si trattava di una famiglia nigeriana: un uomo, due bimbi di 2 e 4 anni e una donna. Quest’ultima è subito apparsa quella in maggiori difficoltà: respirava a fatica, era sfinita anche perché era in avanzato stato di gravidanza. Le guide hanno subito prestato soccorso e sono riusciti a condurre tutto il gruppo fino al loro fuoristrada per condurre la famigliola a valle. Dovevano raggiungere l’ospedale più vicino ma alle porte di Briançon, secondo quanto riportato dai media francesi, una pattuglia della Gendarmerie ha bloccato l’auto guidata da Duclois contenstandogli il fatto che aveva a bordo dei clandestini privi di documenti. Proprio in quegli istanti, per di più, la donna ha cominciato ad avvertire le doglie del parto e la guida ha supplicato che venisse consentito di raggiungere l’ospedale al più presto.
Vite salvate e reati
Nulla da fare: la guida alpina è stata trattenuta dai poliziotti e condotta in caserma. È stata comunque fatta arrivare un’ambulanza che ha portato la partoriente in ospedale dove è venuto alla luce un maschietto. Mamma e neonato stanno bene e verrebbe da parlare di lieto fine. Non per Benoit Duclois, che il 14 marzo scorso ha ricevuto un avviso di comparizione e l’accusa formale di violazione delle leggi sull’immigrazione. La Francia sta cercando in tutti i modi di fermare gli ingressi illegali via terra nel suo territorio ma d’altra parte proprio l’intervento dei volontari ha fino a oggi scongiurato la perdita di vite umane lungo la nuova rotta tra le montagne aperta dai migranti e dai passeurs.
Claudio Del Frate