«I cittadini italiani sono i primi che hanno la responsabilità di non aiutare le mafie, perché comprare il falso significa aiutare mafia, ’ndrangheta e camorra». Dopo aver passato il primo mese di governo a contrastare i disperati che cercano di scappare dalla Libia, Matteo Salvini deve aver pensato che forse era il momento di far vedere che combatte anche le grandi organizzazioni criminali. Il ministro degli Interni a quanto pare ha però scelto di avviare la sua battaglia per la legalità cominciando a colpire l’ultimo degli ultimi, l’anello più debole della catena come è il venditore ambulante che gira lungo le nostre spiagge trascinandosi dietro chili e chili di merci: braccialetti, orologi, cappellini, vestiti e giocattoli buoni al massimo per svoltare la giornata.
E’ DA LUI, dall’«omino che fa tanta tenerezza» come lo definisce Salvini, che prende il via l’operazione «Spiagge sicure», inaugurata quattro anni fa dall’allora ministro Angelino Alfano e diventata oggi la campagna estiva dei leghista che siede al Viminale, campagna che prevede la possibilità per i sindaci di fare ricorso al Daspo per allontanare i venditori abusivi. Ma non solo: «Useremo i soldi confiscati alla mafia per pagare gli straordinari degli agenti della polizia locale impegnati a pattugliare le spiagge», prosegue il ministro spiegando che si tratta di «alcuni milioni di euro» contenuti nel Fondo unico giustizia – dove confluiscono le somme sequestrate alle organizzazioni criminali. Dallo stesso fondo arriveranno anche i soldi che serviranno a convincere le associazioni di categoria, dai bagnini agli albergatori, ad avviare iniziative contro l’abusivismo. «Chi si fa cinque giorni di vacanza con i figli ha il diritto di starsene tranquillo sotto l’ombrellone senza che qualcuno gli proponga il peggio», conclude il ministro. A patto però, che non decida di farsi fare un massaggio, un tatuaggio o di acquistare qualcosa dall’ambulante di turno. In questo caso sia per lui che per il venditore è prevista una multa compresa tra i 100 e i 7 mila euro. Sanzioni che, ha spiegato Salvini, «sono già previste dal codice e non le abbiamo volute incrementare anche perché sappiamo benissimo che sono di difficile applicazione, sia per i venditori che per i compratori».
IN QUESTO MODO Salvini pensa di tener fede alla promessa fatta all’assemblea di Confesercenti il 13 giugno scorso quando, oltre a una rivoluzione fiscale, promise l’impegno del governo contro abusivismo e contraffazione. Non che il problema non esista. Secondo dati forniti dalla stessa associazione ammonta a 22 miliardi di euro il giro d’affari dell’abusivismo nei settori del commercio e del turismo, cifra che equivale al 14% del fatturato e a un danno per l’erario calcolato in 11,5 miliardi di euro. Resta il dubbio se intervenire sui venditori ambulanti, nella stragrande maggioranza immigrati, sia il modo migliore per combattere il fenomeno e non piuttosto l’ennesima mossa buona a soddisfare l’opinione pubblica.
Il Viminale adesso spera comunque di riuscire a coinvolgere almeno una cinquantina di località turistiche. Una serie di Comuni, alcuni guidati anche dal Pd, già da qualche anno ha avviato operazioni contro l’abusivismo, tanto da diventare per Salvini altrettanti modelli da seguire per le altre amministrazioni. Tra questi Rimini, Riccione, Viareggio e Ravenna.
PROPRIO il sindaco di quest’ultima città, insieme a quello di Cervia, ha da tempo firmato con il prefetto e le associazioni di categoria un protocollo che prevede l’utilizzo da metà aprile a settembre di 70 agenti di polizia municipale per sorvegliare 45 chilometri di costa dall’alba al tramonto.
Carlo Lania
da il manifesto