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Sassari: detenuto ucciso in carcere. Agente penitenziario condannato

La Corte d’appello ha condannato con la pena dell’ ergastolo Pino Vandi, Nicolino Pinna e Mario Sanna, quest’ultimo agente penitenziario, ritenuti responsabili dell’omicidio di Marco Erittu, il detenuto trovato senza vita il 18 novembre 2007 in una cella del carcere di San Sebastiano a Sassari, morte archiviata inizialmente come suicidio. Tutti gli imputati erano stati assolti in primo grado. Altri due agenti della Penitenziaria prescritti per favoreggiamento

La Corte d’appello di Sassari ha ribaltato la sentenza di primo grado condannando all’ergastolo Pino Vandi, Nicolino Pinna e l’agente penitenziario Mario Sanna, ritenendoli responsabili dell’omicidio di Marco Erittu, il detenuto trovato senza vita il 18 novembre 2007 in una cella del carcere di San Sebastiano a Sassari, morte archiviata inizialmente come suicidio. Tutti gli imputati erano stati assolti in primo grado nel giugno 2014, ma il pg Gian Carlo Moi aveva chiesto il massimo della pena alla giuria popolare presieduta dalla giudice Plinia Azzena.

Il dibattimento si è aperto dopo le rivelazioni di un altro detenuto, il pentito Giuseppe Bigella, che nel 2011 confessò di aver ucciso Erittu, con l’aiuto di Pinna e su commissione di Pino Vandi, anche loro rinchiusi a San Sebastiano, e con la collaborazione dell’agente Sanna. A giudizio c’erano anche altri due agenti penitenziari, Giuseppe Sotgiu e Gianfranco Faedda, accusati di favoreggiamento ma per entrambi il pg aveva chiesto il proscioglimento per prescrizione del reato. Faedda è stato però condannato a 3 anni e 4 mesi per le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti nel settembre 2011 quando fu riaperta l’inchiesta.

Marco Erittu era rinchiuso in una cella liscia, perché in qualche occasione aveva manifestato la volontà di uccidersi. Per questo motivo, spiega la Nuova Sardegna, la sua morte avvenuta per strangolamento con una coperta fu da subito archiviata come suicidio. Dopo tre anni però Bigella, portotorrese detenuto per l’omicidio a coltellate di una gioielliera durante una rapina nel 2005, aveva deciso di collaborare con gli inquirenti confessando di aver partecipato al delitto per metterlo a tacere, poiché a conoscenza di informazioni importanti riguardo alla mala sassarese e barbaricina. Il reoconfesso è stato condannato con rito abbreviato dal gup di Cagliari a 14 anni di carcere