Se la moglie di Cesare non appare onesta…..
- gennaio 27, 2015
- in emergenza, misure repressive, no tav
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Quando il giudice confermava l’accusa di terrorismo
Attribuire la decisione dei giudici torinesi a una sorta di “pressione ambientale” significa fare opera di pura diffamazione e di oggettiva pubblica delegittimazione istituzionale
– Marcello Maddalena, 18 gennaio 2014
Dopo che il giudice ha assolto dall’accusa di terrorismo
Non posso tacere le mie perplessità di fronte ad atteggiamenti culturali di sottovalutazione, se non addirittura di svilimento, di fatti di violenza politica che invece dovrebbero allarmare quanto mai
– Marcello Maddalena, 24 gennaio 2015
Quando si dice “nessuna pressione ambientale”.
Che il Procuratore generale avesse due pesi e due misure nel valutare quando difendere e quando no i suoi giudici era evidente. La reazione scomposta, eccessiva avuta di fronte a una banale e per nulla anomala dichiarazione della difesa dopo la prima decisione del Riesame (“Ora andremo in Cassazione, sperando di trovare a Roma un giudice più attento alle istanze della difesa”) è mancata totalmente quando, un anno dopo, la Corte d’Assise ha assolto gli imputati e persone che nulla sapevano delle carte del processo, compreso un ministro Lupi senza alcuna competenza sulla Giustizia, si lanciavano in una serie di accuse nei confronti della Corte.
Evidentemente, per il Procuratore generale, la difesa dell’onorabilità dei propri magistrati scatta solo quando ordinatamente emettono sentenze a lui gradite. Quando questo non avviene, è tiro libero alla toga.
Il mancato intervento in quel frangente, tuttavia, non è nulla di fronte alla delegittimazione, questa volta sì pubblica, arrivata ieri dallo stesso Procuratore generale.
In quale altro Paese al mondo un alto magistrato sfrutterebbe un’occasione istituzionale come l’inaugurazione dell’anno giudiziario per esprimere proprie opinioni personali su un procedimento ancora in corso? In quale altro Paese sarebbe tollerato un tanto smaccato tentativo di inquinamento del processo? In quale il capo di un ufficio giudiziario potrebbe usare il suo incarico per denigrare pubblicamente e delegittimare il lavoro dei propri sottoposti? Dice: il magistrato è un libero cittadino e come tale ha diritto di esprimere le proprie idee così come previsto dall’art. 21 della Costituzione. Non è proprio così. Esistono funzioni per cui questo diritto è limitato. E il magistrato è una di queste. La toga non ha solo un dovere di imparzialità sostanziale, ma anche formale. E’ come la moglie di Cesare: non deve solo essere onesta, deve anche apparire come tale.
Le parole del Procuratore generale sono gravi per almeno tre motivi:
1) Perché appalesando una pressione ambientale inaccettabile da parte della magistratura inquirente su quella giudicante, tendono a dare una rappresentazione faziosa della figura del magistrato;
2) Perché sfruttando il peso del proprio ruolo rischia, esprimendo le proprie opinioni, di influenzare le decisioni dei giudici (ricordiamo che è ancora pendente un ricorso in Cassazione per Lucio, Francesco e Graziano, mentre tra qualche mese potrebbe cominciare il processo d’appello per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò);
3) Perché viola la serenità con la quale un giudice dovrebbe valutare i fatti mettendolo di fronte all’alternativa di dover scegliere in senso eventualmente opposto alla sua scienza e coscienza per evitare, alla prossima inaugurazione dell’anno giudiziario, di vedersi sputtanato dal capo dei magistrati piemontesi.
Di fronte a queste dichiarazioni, non ci si può non porre alcune domande. Cosa ne pensa l’Associazione Nazionale Magistrati, sempre pronta a sollevarsi al primo alito di vento, di questo attacco all’indipendenza e autonomia del giudice?
Cosa pensa il Csm di un magistrato che, ben oltre la soglia della pensione, usa in modo tanto disinvolto la sua fuzione?
Il caso Torino è ormai emblematico. Una sede giudiziaria dove l’organizzazione del lavoro, l’obbligatorietà dell’azione penale, la serenità del giudice e il dovere di terzietà (non solo sostanziale ma anche formale) sembrano sacrificati sull’altare della crociata politica intrapresa da alcuni vertici della sua magistratura. Cosa si attende per un intervento?