«Il fermo di minorenni su una nave è un caso senza precedenti, mai successo prima. È una situazione complessa, stiamo lavorando per trovare una soluzione: certamente i minori devono sbarcare». Da anni impegnata proprio sul fronte dei minori stranieri non accompagnati che giungono nelle coste italiane, l’avvocato Carla Trommino è stata la prima persona a segnalare cosa stava accadendo sulla Sea Watch, la nave della ong tedesca costretta in rada a Siracusa con 47 migranti a bordo ormai all’estremo delle forze e con una condizione sanitaria al limite. Una situazione «penosa», così l’ha descritta lo psichiatra salito a bordo con la delegazione dei parlamentari prima del divieto assoluto di navigazione nello specchio di mare attorno alla Sea Watch diramato dalla Capitaneria. Tant’è che ieri l’avvocato Trommino, garante per l’infanzia del comune di Siracusa, ha presentato al Tribunale dei minorenni di Catania un ricorso d’urgenza per lo sbarco e l’assegnazione a un centro specializzato dei 13 minorenni. La richiesta è stata depositata dall’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro ed è motivata con «i maltrattamenti e le torture» che i minorenni hanno subito in Libia. Il legale ha chiesto anche l’intervento dell’autorità marittima per dichiarare l’emergenza medica per i minori. Nell’istanza si sottolinea che i minorenni sono «vulnerabili» e che «hanno subito torture». Per questo si chiede di «ordinare l’intervento della sanità marittima per l’accertamento e la libera pratica sanitaria» da cui si «evincerà che non ci sono condizioni sanitarie che possano determinare la quarantena degli occupanti della nave». Si chiede quindi di «ordinare al ministero dell’Interno, per il tramite dell’ufficio immigrazione della questura di Siracusa, l’accompagnamento e il collocamento immediato dei 13 minori stranieri non accompagnati in una struttura di accoglienza adeguata» e di «nominare loro un tutore».
Avvocato, cosa è successo dopo la sua segnalazione alla procura del Tribunale per i minorenni di Catania che ha fatto scoppiare il caso dei minori della Sea Watch?
C’è stato un notevole passo in avanti, perché è arrivata la conferma che a bordo della nave ci sono dei minori e abbiamo appreso del loro status. È un dato importantissimo, senza questo elemento il Tribunale per i minori non avrebbe potuto agire come ha fatto scrivendo agli organismi istituzionali. Ciò ha permesso di sollecitare l’autorità sanitaria marittima per accertare le condizioni sulla nave, seguendo i protocolli.
Cosa manca a questo punto?
Il passo finale: fare sbarcare subito i minori.
Il ministro Salvini sembra non cedere.
La decisione spetta agli organi competenti o al Tribunale, vedremo.
È ottimista?
Penso che a breve la situazione verrà sbloccata.
Lei parla della Sea Watch come di un “caso nuovo”.
Sì, mai accaduta una cosa del genere. C’è in atto un confronto aperto tra avvocati, giudici e operatori per capire quali strumenti adottare proprio perché non ci sono precedenti di fermi di minorenni su una nave.
C’è stato il caso Diciotti.
Sì, ma fu sufficiente l’intervento del Tribunale per i minorenni per farli sbarcare dalla nave, in questo caso invece non è bastato. Siamo di fronte a un fermo di minori che a mio avviso viola le norme internazionali.
È solo una questione politica?
Ci tengo a rimanere fuori da questa discussione, una questione che a volte non capisco. Sui minori non ci possono essere divisioni politiche.
Siete pronti ad accogliere i minori?
La macchina è pronta da giorni. La provincia di Siracusa si è da sempre distinta proprio per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati perché Augusta è stato il primo porto di sbarco. Abbiamo attivato la pratica dei tutori, un sistema all’avanguardia diventato legge.
È stata contattata dal ministero o dalla prefettura in questi giorni?
Dopo la segnalazione che ho fatto, sulla presenza dei minori ho chiesto di fare le verifiche e ho assicurato che il nostro territorio è pronto ad accoglierli.
Alfredo Marsala
da il manifesto